DOMENICA XXXII DEL TEMPO ORDINARIO
(SECONDO IL RITO ROMANO ANTICO: DOMENICA V DOPO L’EPIFANIA, Mt 13,24-30)
11 NOVEMBRE 2018
Proseguiamo la catechesi sui Defunti:
IL CULTO DEI MORTI
Presso tutti i popoli e in tutte le epoche il culto dei morti ha avuto particolare importanza.
I giusti dell’antico testamento ancor vivi chiedevano una decorosa sepoltura e indicavano ai figli il luogo dove volevano essere sepolti. E si facevano funerali solenni. Gli Ebrei lavavano il cadavere, lo ungevano con aromi e lo avvolgevano con strisce di tela. I parenti e i conoscenti convenivano nella casa del defunto. Il corteo funebre veniva aperto dalle donne che cantavano nenie funebri ricordando le virtù del defunto. Il morto veniva sepolto nella terra o in un sepolcro scavato nella pietra. Poi per tre giorni, parenti e amici si recavano sulla tomba in mesto convegno.
I cristiani dei primi tre secoli avevano molta cura per i fratelli passati all’altra vita. La salma veniva lavata e unta d’aromi e profumi e veniva messa sotto terra con amorevole cura.
Il morto veniva accompagnato alla tomba dai parenti che vestivano i bianchi abiti delle feste. Il corteo funebre era devoto. Si bruciava incenso; si portavano rami verdi e fiaccole accese; si cantavano salmi; si ornava la tomba di fronde.
Amici e conoscenti si affollavano intorno alla famiglia in lutto. I parenti più stretti e più devoti sostavano presso le tombe. I morti venivano sepolti separatamente e composti con le braccia lungo i fianchi e con le mani raccolte.
Si offriva per essi il sacrificio della Messa e si facevano elemosine.
Anche ai poveri si dava gratuitamente degna sepoltura.
E si fece così fino al quinto secolo. Poi dal sesto secolo si incominciò a fissare il funerale cristiano come è rimasto oggi.
La Chiesa dunque vuole il sacro culto dei morti, si interessa del corpo rimasto privo dell’anima, lo circonda di rispetto e di onore e vuole che si deponga nella bara, che si porti in chiesa, si asperga con l’acqua benedetta e si incensi e in fine vuole che si deponga nel Camposanto e che sulla tomba si metta la Croce, e permette che vi si accendano lumi e vi si spargano fiori.
Tutto questo ci dice che il corpo umano merita rispetto e venerazione. Specialmente il corpo del cristiano merita rispetto perché è santificato dai Sacramenti.
Se il corpo privo dell’anima merita rispetto, tanto più lo deve meritare il corpo vivente, unito all’anima. Perciò la chiesa raccomanda di essere santi nel corpo portando il massimo rispetto alla propria e all’altrui persona.
Esempio: la rivoluzione francese
Gli scrittori francesi diffusero errori e rovinarono le intelligenze. E la gente diventò barbara. Stragi e orrendi massacri. Malvagità e perfidie di ogni genere: monasteri distrutti, chiese devastate, torri senza campane, statue dei Santi frantumate, cimiteri violati senza croci, morti sepolti senza funerale.
I Francesi però sentivano che non potevano vivere senza religione, senza chiese; rimpiangevano le feste, le funzioni, i canti, le campane, il suffragio per i morti, la cura delle tombe.
La morte senza la speranza faceva disperare.
Ma l’uragano cessò. La rivoluzione non distrusse la religione, ma la rinvigorì. L’albero gigantesco della Chiesa fu ripulito dai rami secchi ed inutili e continuò a germogliare pieno di vita. Sopra le tombe si eresse di nuovo la Croce e nei cuori si riaccese la speranza.
IL FUNERALE CRISTIANO
Il funerale cristiano deve essere semplice, senza ostentazioni, senza chiassi e lussi. Più è semplice, e più è conforme allo spirito della Chiesa. La partecipazione al funerale deve essere un invito cordiale ad assistere ad un rito sacro di suffragio.
Il cadavere sia curato da persone care. La stanza del morto non sia tetra; essa deve parlare di speranza e di pace. Non si mettano tappeti e drappi che diano impressione di tristezza. Mettere solo qualche segno che ridesti il conforto e la speranza (fiori, luci).
Ciò che più importa si devono fare preghiere di suffragio. Cosa ottima vedere la famiglia riunita in preghiera intorno al defunto.
In chiesa la salma è posta nel centro dove arde il cero pasquale che richiama Gesù Cristo luce e vita nostra. L’ingresso nella chiesa è simbolo dell’ingresso nella Chiesa celeste.
Iniziando il sacro rito, si invitano i Santi e gli Angeli di Dio a venire incontro all’anima e a presentarla a Dio.
La celebrazione della Messa tiene il primo posto. Si offre il divin Sacrificio per l’anima del defunto perché la misericordia di Dio perdoni ogni colpa e abbrevi ogni pena.
Le preghiere della Messa sono tutte rivolte ad implorare all’anima la pace e la luce eterna. Il Vangelo parla di Lazzaro risuscitato, ci fa sentire Gesù che dice:”Io sono la risurrezione e la vita”(Gv 11,21). Il prefazio è un canto che ci consola e ci riempie il cuore di speranza cristiana.
La salma si asperge con l’acqua benedetta e si incensa. Come in vita il corpo fu santificato dai Sacramenti, così anche in morte viene benedetto con i sacri riti.
Quando la salma sta per uscire dalla chiesa, il canto si fa più lieto. Si invocano gli Angeli e i Martiri ad accogliere l’anima in Paradiso.
La liturgia del funerale cristiano è veramente bella e commovente, salutare per i morti e per i vivi. La Chiesa è certa della vita futura ed è lieta del premio che Gesù concede alle anime buone.
Ogni volta che partecipiamo ad un funerale dobbiamo ricavarne frutto spirituale. Non si può rimanere indifferenti e spensierati dinanzi ad una bara. Pensieri seri devono occuparci. Pensiamo al nostro funerale, al nostro destino eterno. Un giorno il nostro corpo sarà in mezzo alla chiesa per l’ultima volta. La chiesa che ci accoglie da vivi ci accoglierà anche da morti.
Ci sia dunque familiare la chiesa. Molti vengono portati in chiesa da morti mentre da vivi ci sono entrati poche volte. Che questo non succeda per noi. Non aspettiamo a farci portare in chiesa da morti, chiusi nella cassa, ma andiamoci da vivi. Andiamoci spesso per ristorare l’anima, per incontrarci con Cristo, vita e risurrezione nostra.
Esempio:La morte e il funerale di S.Monica
Santa Monica, madre di S.Agostino, morì ad ostia a 55 anni, mentre faceva ritorno in Africa.Durante la malattia, disse ai suoi due figli:”Seppellirete questo mio corpo dove che sia. Non vi preoccupate di esso. Solo questo vi domando, che vi ricordiate di me, davanti all’altare del Signore.”.
Monica, quando era a Tagaste, si era preoccupata della sua tomba e aveva provveduto a farsela preparare presso quella di suo marito Patrizio. Ma poi desiderò di essere sepolta dove sia.
Durante il breve soggiorno ad Ostia, ella aveva parlato con materna espansione del disprezzo di questa vita e del bene della morte. Quelli che l’ascoltavano rimasero stupiti della sua virtù e le chiesero se la rendesse triste il pensiero di lasciare il suo corpo tanto lontano dal paese. E Monica rispose: “Nulla è lontano da Dio. E non vi è pericolo che il Signore si dimentichi da quale luogo alla fine dei secoli dovrà farmi risuscitare”. Monica non desiderò un solenne funerale e una tomba distinta, non si curò di essere sepolta in patria. Desiderò solo che i figli si ricordassero di lei presso l’altare.
Quando quell’anima pia e timorata di Dio si sciolse dal corpo, Agostino si riempì di dolore. E convennero cristiani e pie donne per il funerale di Monica e si pregò recitando salmi; e venne offerto il Sacrificio, prezzo del nostro riscatto.
Quel funerale non fu celebrato con lamenti e lacrime perché quella morte si riteneva felice.
Agostino fortemente colpito, durante il funerale non riuscì a piangere perché aveva l’animo gravato da grande dolore. Solo, dopo che si fu alquanto riposato, riuscì a piangere. Pianse la sua mamma che aveva pianto tanto per lui. E il suo pianto era confortato dalla speranza cristiana.
Domani 12 novembre, inizia la Novena in preparazione alla Festa della Madonna della Salute.
Durante la settimana,
da lunedì a venerdì compresi, dopo la S.Messa delle ore 09.00 verranno recitate le preghiere
previste per tale occasione;
al sabato dopo la S.Messa delle ore 17.30;
Domenica dopo la S.Messa delle ore 09.00 e durante la Funzione delle ore 18.30.
Durante il mese di novembre, nei giorni feriali, da lunedì e venerdì compresi, la S.Messa d’orario delle ore 09.00 sarà celebrata sull’altare dei Caduti.
Ricordiamo per l’entrante settimana:
Domenica 11 novembre: Ore 18.30 S.Rosario, catechesi e Benedizione Eucaristica
Lunedì 12 novembre: Ore 17.00 Vesperi cantati con melodie patriarchine in onore della B.V.
Maria all’inizio della Novena in preparazione alla Festa della
Madonna della Salute.
Anticipiamo:
Sabato 24 novembre: Alle ore 17.30 in occasione della Festa di S.Cecilia Vergine e Martire,
Patrona della Musica Sacra (22.XI) verrà celebrata la S.Messa
cantata in latino con la presenza della nostra Cappella Corale
diretta dal M° Cav. Elìa Macrì.
In tale data, nel pomeriggio, sarà celebrata soltanto questa S.Messa.
SalutandoVi affettuosamente, paternamente Vi benedico.
Don Stefano Canonico
NOTE:
- Il Parroco è a disposizione dei Fedeli dopo ogni S.Messa o per appuntamento
- L’Ufficio parrocchiale è aperto ogni mercoledì non festivo dalle ore 9.30 alle ore 12.00
Chi desidera comunicare Via E-Mail con il nostro Ufficio parrocchiale può digitare
l’indirizzo: beata.vergine.rosario@gmail.com
Se desiderate conoscere la storia della nostra chiesa sono disponibili in sacrestia i libretti in
lingua italiana e tedesca
Si possono acquistare in sacrestia le piccole acquasantiere con l’immagine della nostra
Madonna del Rosario, e ancora alcuni rosari sempre con l’immagine della Madonna del
Rosario
Sono disponibili ancora alcuni libri: “FRANCESCO” Il nome di Dio è misericordia
Da lunedì a venerdì alle ore 8.30 si recita la Coroncina del Santo Rosario
- GRAZIE a coloro che hanno già dato e continueranno a dare l’offerta mensile per la
musica.
-AUSPICABILE il contributo mensile di tutti i fedeli per la musica.
Sosteniamo la nostra Corale Parrocchiale.
Il Signore Vi ricompensi.
- Grazie a quanti daranno un contributo per l’acquisto della statua di San Giuseppe.
- la nostra chiesa vive soltanto con le offerte dei fedeli:
Un grazie ai benefattori!
perché le spese da sostenere sono sempre tante ( spese gestionali, manutenzione
ordinaria e straordinaria ) per poter mantenere la chiesa in modo tale da “aiutare
chiunque entra in questo luogo Sacro a prendere coscienza della Bellezza di Dio”
- Le offerte possono essere consegnate direttamente al parroco o a chi per lui presente in
sacrestia. Con l’intenzione e il nominativo. Grazie
- Per eventuali bonifici o versamenti presso la FriulAdria Credit Agricole – via Mazzini 7 –
34121 Trieste: conto corrente 400855/12 – codice IBAN IT68I0533602207000040085512
Sarebbe gradito l’indirizzo del Benefattore per poterlo ringraziare
- Chi è interessato a consultare il “Blog” della parrocchia, su internet può digitare l’indirizzo:
<<www.beataverginedelrosariotrieste.com
(SECONDO IL RITO ROMANO ANTICO: DOMENICA V DOPO L’EPIFANIA, Mt 13,24-30)
11 NOVEMBRE 2018
Proseguiamo la catechesi sui Defunti:
IL CULTO DEI MORTI
Presso tutti i popoli e in tutte le epoche il culto dei morti ha avuto particolare importanza.
I giusti dell’antico testamento ancor vivi chiedevano una decorosa sepoltura e indicavano ai figli il luogo dove volevano essere sepolti. E si facevano funerali solenni. Gli Ebrei lavavano il cadavere, lo ungevano con aromi e lo avvolgevano con strisce di tela. I parenti e i conoscenti convenivano nella casa del defunto. Il corteo funebre veniva aperto dalle donne che cantavano nenie funebri ricordando le virtù del defunto. Il morto veniva sepolto nella terra o in un sepolcro scavato nella pietra. Poi per tre giorni, parenti e amici si recavano sulla tomba in mesto convegno.
I cristiani dei primi tre secoli avevano molta cura per i fratelli passati all’altra vita. La salma veniva lavata e unta d’aromi e profumi e veniva messa sotto terra con amorevole cura.
Il morto veniva accompagnato alla tomba dai parenti che vestivano i bianchi abiti delle feste. Il corteo funebre era devoto. Si bruciava incenso; si portavano rami verdi e fiaccole accese; si cantavano salmi; si ornava la tomba di fronde.
Amici e conoscenti si affollavano intorno alla famiglia in lutto. I parenti più stretti e più devoti sostavano presso le tombe. I morti venivano sepolti separatamente e composti con le braccia lungo i fianchi e con le mani raccolte.
Si offriva per essi il sacrificio della Messa e si facevano elemosine.
Anche ai poveri si dava gratuitamente degna sepoltura.
E si fece così fino al quinto secolo. Poi dal sesto secolo si incominciò a fissare il funerale cristiano come è rimasto oggi.
La Chiesa dunque vuole il sacro culto dei morti, si interessa del corpo rimasto privo dell’anima, lo circonda di rispetto e di onore e vuole che si deponga nella bara, che si porti in chiesa, si asperga con l’acqua benedetta e si incensi e in fine vuole che si deponga nel Camposanto e che sulla tomba si metta la Croce, e permette che vi si accendano lumi e vi si spargano fiori.
Tutto questo ci dice che il corpo umano merita rispetto e venerazione. Specialmente il corpo del cristiano merita rispetto perché è santificato dai Sacramenti.
Se il corpo privo dell’anima merita rispetto, tanto più lo deve meritare il corpo vivente, unito all’anima. Perciò la chiesa raccomanda di essere santi nel corpo portando il massimo rispetto alla propria e all’altrui persona.
Esempio: la rivoluzione francese
Gli scrittori francesi diffusero errori e rovinarono le intelligenze. E la gente diventò barbara. Stragi e orrendi massacri. Malvagità e perfidie di ogni genere: monasteri distrutti, chiese devastate, torri senza campane, statue dei Santi frantumate, cimiteri violati senza croci, morti sepolti senza funerale.
I Francesi però sentivano che non potevano vivere senza religione, senza chiese; rimpiangevano le feste, le funzioni, i canti, le campane, il suffragio per i morti, la cura delle tombe.
La morte senza la speranza faceva disperare.
Ma l’uragano cessò. La rivoluzione non distrusse la religione, ma la rinvigorì. L’albero gigantesco della Chiesa fu ripulito dai rami secchi ed inutili e continuò a germogliare pieno di vita. Sopra le tombe si eresse di nuovo la Croce e nei cuori si riaccese la speranza.
IL FUNERALE CRISTIANO
Il funerale cristiano deve essere semplice, senza ostentazioni, senza chiassi e lussi. Più è semplice, e più è conforme allo spirito della Chiesa. La partecipazione al funerale deve essere un invito cordiale ad assistere ad un rito sacro di suffragio.
Il cadavere sia curato da persone care. La stanza del morto non sia tetra; essa deve parlare di speranza e di pace. Non si mettano tappeti e drappi che diano impressione di tristezza. Mettere solo qualche segno che ridesti il conforto e la speranza (fiori, luci).
Ciò che più importa si devono fare preghiere di suffragio. Cosa ottima vedere la famiglia riunita in preghiera intorno al defunto.
In chiesa la salma è posta nel centro dove arde il cero pasquale che richiama Gesù Cristo luce e vita nostra. L’ingresso nella chiesa è simbolo dell’ingresso nella Chiesa celeste.
Iniziando il sacro rito, si invitano i Santi e gli Angeli di Dio a venire incontro all’anima e a presentarla a Dio.
La celebrazione della Messa tiene il primo posto. Si offre il divin Sacrificio per l’anima del defunto perché la misericordia di Dio perdoni ogni colpa e abbrevi ogni pena.
Le preghiere della Messa sono tutte rivolte ad implorare all’anima la pace e la luce eterna. Il Vangelo parla di Lazzaro risuscitato, ci fa sentire Gesù che dice:”Io sono la risurrezione e la vita”(Gv 11,21). Il prefazio è un canto che ci consola e ci riempie il cuore di speranza cristiana.
La salma si asperge con l’acqua benedetta e si incensa. Come in vita il corpo fu santificato dai Sacramenti, così anche in morte viene benedetto con i sacri riti.
Quando la salma sta per uscire dalla chiesa, il canto si fa più lieto. Si invocano gli Angeli e i Martiri ad accogliere l’anima in Paradiso.
La liturgia del funerale cristiano è veramente bella e commovente, salutare per i morti e per i vivi. La Chiesa è certa della vita futura ed è lieta del premio che Gesù concede alle anime buone.
Ogni volta che partecipiamo ad un funerale dobbiamo ricavarne frutto spirituale. Non si può rimanere indifferenti e spensierati dinanzi ad una bara. Pensieri seri devono occuparci. Pensiamo al nostro funerale, al nostro destino eterno. Un giorno il nostro corpo sarà in mezzo alla chiesa per l’ultima volta. La chiesa che ci accoglie da vivi ci accoglierà anche da morti.
Ci sia dunque familiare la chiesa. Molti vengono portati in chiesa da morti mentre da vivi ci sono entrati poche volte. Che questo non succeda per noi. Non aspettiamo a farci portare in chiesa da morti, chiusi nella cassa, ma andiamoci da vivi. Andiamoci spesso per ristorare l’anima, per incontrarci con Cristo, vita e risurrezione nostra.
Esempio:La morte e il funerale di S.Monica
Santa Monica, madre di S.Agostino, morì ad ostia a 55 anni, mentre faceva ritorno in Africa.Durante la malattia, disse ai suoi due figli:”Seppellirete questo mio corpo dove che sia. Non vi preoccupate di esso. Solo questo vi domando, che vi ricordiate di me, davanti all’altare del Signore.”.
Monica, quando era a Tagaste, si era preoccupata della sua tomba e aveva provveduto a farsela preparare presso quella di suo marito Patrizio. Ma poi desiderò di essere sepolta dove sia.
Durante il breve soggiorno ad Ostia, ella aveva parlato con materna espansione del disprezzo di questa vita e del bene della morte. Quelli che l’ascoltavano rimasero stupiti della sua virtù e le chiesero se la rendesse triste il pensiero di lasciare il suo corpo tanto lontano dal paese. E Monica rispose: “Nulla è lontano da Dio. E non vi è pericolo che il Signore si dimentichi da quale luogo alla fine dei secoli dovrà farmi risuscitare”. Monica non desiderò un solenne funerale e una tomba distinta, non si curò di essere sepolta in patria. Desiderò solo che i figli si ricordassero di lei presso l’altare.
Quando quell’anima pia e timorata di Dio si sciolse dal corpo, Agostino si riempì di dolore. E convennero cristiani e pie donne per il funerale di Monica e si pregò recitando salmi; e venne offerto il Sacrificio, prezzo del nostro riscatto.
Quel funerale non fu celebrato con lamenti e lacrime perché quella morte si riteneva felice.
Agostino fortemente colpito, durante il funerale non riuscì a piangere perché aveva l’animo gravato da grande dolore. Solo, dopo che si fu alquanto riposato, riuscì a piangere. Pianse la sua mamma che aveva pianto tanto per lui. E il suo pianto era confortato dalla speranza cristiana.
Domani 12 novembre, inizia la Novena in preparazione alla Festa della Madonna della Salute.
Durante la settimana,
da lunedì a venerdì compresi, dopo la S.Messa delle ore 09.00 verranno recitate le preghiere
previste per tale occasione;
al sabato dopo la S.Messa delle ore 17.30;
Domenica dopo la S.Messa delle ore 09.00 e durante la Funzione delle ore 18.30.
Durante il mese di novembre, nei giorni feriali, da lunedì e venerdì compresi, la S.Messa d’orario delle ore 09.00 sarà celebrata sull’altare dei Caduti.
Ricordiamo per l’entrante settimana:
Domenica 11 novembre: Ore 18.30 S.Rosario, catechesi e Benedizione Eucaristica
Lunedì 12 novembre: Ore 17.00 Vesperi cantati con melodie patriarchine in onore della B.V.
Maria all’inizio della Novena in preparazione alla Festa della
Madonna della Salute.
Anticipiamo:
Sabato 24 novembre: Alle ore 17.30 in occasione della Festa di S.Cecilia Vergine e Martire,
Patrona della Musica Sacra (22.XI) verrà celebrata la S.Messa
cantata in latino con la presenza della nostra Cappella Corale
diretta dal M° Cav. Elìa Macrì.
In tale data, nel pomeriggio, sarà celebrata soltanto questa S.Messa.
SalutandoVi affettuosamente, paternamente Vi benedico.
Don Stefano Canonico
NOTE:
- Il Parroco è a disposizione dei Fedeli dopo ogni S.Messa o per appuntamento
- L’Ufficio parrocchiale è aperto ogni mercoledì non festivo dalle ore 9.30 alle ore 12.00
Chi desidera comunicare Via E-Mail con il nostro Ufficio parrocchiale può digitare
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Se desiderate conoscere la storia della nostra chiesa sono disponibili in sacrestia i libretti in
lingua italiana e tedesca
Si possono acquistare in sacrestia le piccole acquasantiere con l’immagine della nostra
Madonna del Rosario, e ancora alcuni rosari sempre con l’immagine della Madonna del
Rosario
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Da lunedì a venerdì alle ore 8.30 si recita la Coroncina del Santo Rosario
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