DOMENICA XXX DEL TEMPO ORDINARIO
(SECONDO IL RITO ROMANO ANTICO: SOLENNITA’ DI N.S. GESU’ CRISTO RE, Gv 18,33-37)
Chiusura solenne del Mese di Ottobre
28 OTTOBRE 2018
Concludiamo la nostra catechesi sul Rosario.
Quarto Mistero Gaudioso: La Presentazione di Gesù al Tempio
La legge mosaica prescriveva che, quaranta giorni dopo la nascita, il figlio primogenito venisse presentato al Tempio per essere riscattato, dai più poveri, con l’offerta di due tortore o due piccoli colombi e consacrato al Signore, e che la madre si sottoponesse al rito della purificazione.
Gesù e Maria non erano certo soggetti a tale legge eppure vi si sottomettono, volendo con ciò esprimere la propria sottomissione e obbedienza alla Volontà divina espressa anche attraverso leggi civili e religiose.
Così per le mani di Maria, quaranta giorni dopo la sua nascita, Gesù si offre al Padre per il compimento perfetto della sua volontà in Lui. Ecco che fin d’ora dunque si manifesta la disposizione fondamentale dell’anima di Cristo, il fine stesso della sua Incarnazione: il compimento della Volontà del Padre che consiste nella sua glorificazione e nella salvezza degli uomini.
“Cristo entrando nel mondo dice:… Ecco io vengo, o Dio per fare la tua volontà” (Eb 10,5.7). Così ci attesta san Paolo, e Gesù stesso più volte durante la sua vita ebbe ad affermarlo: “il mio cibo è fare la volontà di Colui che mi ha mandato e portarne l’opera a termine” (Gv4,34); e ancora: “Sono disceso dal cielo per fare non la mia volontà, ma la volontà di chi mi ha mandato” (Gv 5,30). La Volontà del Padre: questa sola è sua guida in ogni azione, in ogni istante della sua vita. L’obbedienza alla volontà del Padre lo porterà fino all’estremo sacrificio. Gli farà abbracciare, pur nella ripugnanza della natura, i tormenti della Passione: “Padre, non la mia, ma la tua volontà si faccia” (Lc 22,42): gli farà accettare la morte in Croce: Gesù, dice san Paolo, “si fece obbediente sino alla morte e alla morte di croce” (Fil 2,8).
Tutto questo è già implicito nell’offerta del Tempio. In essa è già la donazione totale, è già l’accettazione della Passione e della Croce: essa è l’offerta del Sacrificio che sarà consumato sul Calvario.
Gesù è il nostro modello, Egli che ha detto: “Io sono la via…nessuno viene al padre se non per mezzo mio” (Gv 14, 6), e ancora: “Vi ho dato l’esempio affinchè anche voi facciate come ho fatto io” (Gv 13,15), ci insegna attraverso la presentazione al Tempio, che anche per noi non deve esistere altra norma di vita, altro movente di azione che la divina Volontà. La Volontà di Dio, ci dice san Paolo, è la nostra santificazione. Ma d’altra parte l’essenza stessa della santità consiste proprio nella conformità al divino Volere. Come Gesù, anche noi, in Lui e per Lui, in ogni istante, in ogni azione della nostra vita non dobbiamo cercare altro che la conformità alla Volontà di Dio manifestatasi attraverso i doveri di stato, gli ordini dei superiori, le circostanze stesse della vita disposte da Dio per la nostra santificazione. A imitazione di Gesù la nostra offerta deve essere totale e incondizionata: e Gesù Crocifisso ci mostra fino a che punto può giungere l’adempimento della divina Volontà. Pure noi dobbiamo essere disposti a tutto, anche a dare la vita se il Signore ce la chiederà; dobbiamo abbracciare la via della Croce e del rinnegamento secondo la parola di Gesù: “Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua” (Mt 16, 24); perché certo non si può aderire in ogni momento senza dover rinunciare alla propria volontà, senza dover rinunciare al proprio egoismo, alle proprie soddisfazioni e vedute personali: Ma ci dice santa Teresa di Gesù: “la somma perfezione non sta nelle dolcezze interiori, bensì nella perfetta conformità del nostro volere a quello di Dio, in modo da volere, fermamente, quanto conosciamo essere di sua Volontà, accettando con la medesima allegrezza tanto il dolce che l’amaro, come egli vuole” (Fondazioni, 5,10).
Colei che ha vissuto con la massima perfezione questo insegnamento ad imitazione del Figlio suo, è stata Maria. Al Tempio, presentando il Figlio al Padre, Ella unisce la sua offerta a quella di Lui. Intuendo attraverso il velo della profezia che la missione di Gesù Salvatore si sarebbe compiuta in un mistero di dolore, silenziosamente ripete il suo “Fiat”. Offriamoci dunque anche noi al Padre totalmente, incondizionatamente, perché possa compiere in noi la sua Volontà. Certo, è tanto imperfetta la nostra offerta, piena di peccati e di miserie come siamo. E allora preghiamo Maria di presentare Lei la nostra offerta, di purificarci con uno sguardo suo; mettiamoci tra le sue braccia; identifichiamoci a Gesù per amore, e ripetiamo anche noi fiduciosamente la preghiera di padre Carlo de Foucauld: “Padre, mi abbandono a Te, fa di me ciò che Ti piacerà. Qualsiasi cosa Tu faccia di me Ti ringrazio. Sono pronto a tutto, accetto tutto perché la tua volontà si compia in me e in tutte le tue creature. Non desidero niente altro, mio Dio. Rimetto l’anima mia nelle tue mani, Te la dono, mio Dio, con tutto l’amore del mio cuore, per Ti amo, ed è per me un’esigenza di amore il darmi, il rimettermi nelle tue mani, senza misura, con fiducia infinita, poiché Tu mi sei Padre”.
Virtù da praticare: abbandono in Dio
ESEMPIO
San Giovanni Crisostomo, dottore della Chiesa, fu patriarca di Costantinopoli. In tutta la sua vita si rimise completamente nelle braccia di Dio, come un bambino sul seno materno. Nei giorni lieti, come in quelli tristi, la sua esclamazione fu sempre la stessa: “sia glorificato Dio in ogni evento!”. Terminò i suoi giorni in esilio a Comàna nel Ponto, vittima dell’odio di Eudossia, moglie dell’imbelle imperatore Arcadio. Moriva così, come un malfattore, legato e malmenato, ma la sua lode al Signore era sempre piena e perfetta. Ancora ripeteva: “Sia glorificato Dio in ogni evento!”. Poiché la Volontà di Dio è la cosa che interessa sopra ogni altra cosa.
Lo stesso esempio ci viene offerto dal grande missionario cappuccino, poi Card. Massaia. Stando in Gallia per evangelizzare quelle popolazioni, fu fatto prigioniero e messo in carcere. Privo di tutto, di amici, di libri di qualsiasi comodità, egli recitava il Padre Nostro e ritornava per ben dieci volte sulle parole: “Sia fatta la tua volontà”.
Quinto Mistero Gaudioso: Il ritrovamento di Gesù al Tempio
Era consuetudine che le famiglie d’Israele si recassero a Gerusalemme ogni anno per la celebrazione della Pasqua. La famiglia di Gesù non faceva eccezione: infatti ci dice l’evangelista: “I suoi genitori erano soliti andare a Gerusalemme ogni anno, per la festa di Pasqua” (Lc 2,41). La vita della Santa Famiglia di Nazareth si svolge senza che nulla, esteriormente, la distinguesse da quella delle altre famiglie. Era la vita di una famiglia di poveri che viveva dei frutti del lavoro del capofamiglia, un modesto operaio, e in tutto seguiva le consuetudini, i costumi, le abitudini della società del suo tempo. Per trent’anni circa la vita di Gesù si svolse in questa cornice ordinaria e comune, senza che nulla in Lui potesse rivelare il Cristo, il Verbo Incarnato, il Figlio di Dio senza che nulla lasciasse trapelare la sua grandezza, sapienza, potenza infinite. Per trent’anni Egli è per tutti soltanto: Gesù il figlio del falegname, sepolto nell’oscurità della vita quotidiana.
I Vangeli stessi nulla o quasi ci dicono di tutto questo periodo che va dal ritorno dalla fuga in Egitto fino al soggiorno di quaranta giorni nel deserto, che è al tempo stesso preludio della vita pubblica e termine della nascosta. Silenzio quanto mai significativo. Unica eccezione l’episodio dello smarrimento di Gesù, riportatoci dall’evangelista Luca. Vi fu infatti una Pasqua diversa dalle altre, una Pasqua che non poteva essere dimenticata.
Gesù aveva dodici anni, e i suoi genitori, secondo la consuetudine, lo avevano condotto a Gerusalemme per le celebrazioni. Finiti i festeggiamenti si era ripresa la via del ritorno. Ma Gesù era rimasto a Gerusalemme e i suoi non se ne erano accorti, credendo che fosse tra i compagni di viaggio. Solo al termine della prima giornata di cammino, cercandolo tra parenti e conoscenti, si resero conto che Gesù non c’era. Allora ritornarono a Gerusalemme, in cerca di Lui, ci dice l’evangelista, e prosegue: “E avvenne che, dopo tre giorni lo ritrovarono nel tempio, seduto in mezzo ai dottori ad ascoltarli e interrogarli…E vedendolo furono meravigliati e sua madre gli disse: “Figlio, perché ci hai fatto così? Vedi, tuo padre ed io, addolorati, andavamo in cerca di te”. Egli rispose loro: “Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi di quanto riguarda mio Padre?” (Lc 2,46-50).
Sono queste le prime parole di Gesù riportate dai Vangeli e sono una solenne affermazione della sua missione e dell’assoluto primato dei diritti di Dio. Ecco il primo insegnamento che ci viene dalla bocca di Gesù: prima di tutto bisogna occuparsi di Dio e delle cose di Dio, e a Lui sempre bisogna dare il primo posto e la prima obbedienza, al di sopra di ogni altra considerazione umana e naturale. Nulla deve farci trascurare o soltanto ritardare il compimento della Volontà divina: neppure il desiderio di compiacere o non addolorare i genitori o i parenti. Tuttavia dare il primato al compimento dei doveri verso Dio non vuol dire trascurare i doveri verso il prossimo o verso la famiglia. Anzi, in via ordinaria, il compimento della divina Volontà ci chiede proprio la sottomissione e l’obbedienza ai genitori o superiori. E le parole del Vangelo che seguono sono molto significative: “Poi scese con essi, venne a Nazareth e stava loro sottomesso. E sua madre custodiva tutte queste cose in cuor suo. Intanto Gesù cresceva in sapienza di statura, e in grazia davanti Dio e agli uomini” (Lc 2,51-52) Ecco, questo ci basta ed è già per noi ricco di insegnamenti. Gesù è sempre nostro modello, nostra via, anche con la sua vita semplice, umile, nascosta.
La maggior parte dei cristiani infatti non sono chiamati a santificarsi attraverso il compimento di grandi opere, ma proprio nell’oscurità e nella fatica dei doveri compiuti con fedeltà e amore. Diceva santa Teresa del Bambino Gesù, che si può salvare un’anima raccogliendo uno spillo per amor di Dio.
Ecco l’importante non è in quel che si fa, ma nel come lo si fa, perché lo si fa. Quando si agisce nell’unico fine di piacere a Dio, di compiere la sua Volontà caricando di amore anche le azioni più semplici, più comuni e abituali, allora quale valore immenso acquista una vita agli occhi di Dio anche se agli occhi degli uomini resta nascosta, senza alcuna risonanza e riconoscimento! Così è stato per la Madonna, che ancora una volta ci offre l’esempio più perfetto. La sua vita si è tutta svolta nell’umiltà, nel silenzio, nel nascondimento. Ma in questo nascondimento, quale ricchezza immensa di vita interiore: vita di raccoglimento, di preghiera, di unione intima con Lui!
Chiediamo dunque a Lei che ci faccia penetrare nel mistero della vita di Nazareth e ci aiuti a riprodurlo nella nostra vita; vita nascosta agli occhi degli uomini, che non ne cerchi il riconoscimento, il successo, la stima, e soprattutto vita interiore, concentrata in Dio, di intimi rapporti con Lui, nell’unico fine di piacere e di contentare Lui solo.
Virtù da praticare: obbedienza a Dio e ai superiori
ESEMPIO
Ai primi tempi della Chiesa san Pietro e san Giovanni ripieni di Spirito Santo, erano instancabili nel predicare il Vangelo di Gesù. Per questo motivo furono accusati e portati dinanzi al Sinedrio. I capi del popolo, gli anziani e gli scribi tennero un’adunanza e proibirono loro assolutamente di parlare e di insegnare nel nome di Gesù. Ma san Pietro e san Giovanni risposero: “Se sia giusto davanti a Dio, obbedire a voi piuttosto che a Dio, giudicatelo voi stessi! Non possiamo, infatti, non parlare di quelle cose che abbiamo vedute e udite”.
Quindi anzitutto bisogna obbedire a Dio. Ma noi dobbiamo obbedire anche a coloro che rappresentano Dio, ossia i genitori e i superiori. A questo proposito un bell’esempio ce lo offre santa Margherita Maria Alacoque. Questa grande Santa francese, suora della Visitazione provava per natura una invincibile ripugnanza per il formaggio. Al solo odore andava in vomito. Ma non esitò a mangiare il formaggio, appena la sua superiora glielo comandò. E questo terribile martirio durò per ben otto anni!
Oggi, dopo ogni S.Messa e dopo la Funzione serale verrà data da baciare la Reliquia della Madonna che consiste in un frammento del Velo della B.V. di Loreto.
Durante la settimana celebreremo la Solennità di Tutti i Santi, la Commemorazione di Tutti i Fedeli Defunti e la Solennità del nostro Patrono S.Giusto.
Nell’epoca più antica la Chiesa tributava culto pubblico unicamente ai Martiri.; soltanto nel corso dei secoli vi si aggiunsero Santi non Martiri. Perciò anticamente non si ebbe una festa di tutti i Santi, ma semplicemente un giorno commemorativo di tutti i Martiri. Questa commemorazione ebbe inizio in Oriente e passò ben presto anche in Occidente con il seguente sviluppo.
L’imperatore Foca (+ il 4.10.610) concesse il Pantheon, costruito nel 27 a.C. da Agrippa in onore di Augusto, a papa Bonifacio IV che lo purificò e trasformò in chiesa, dedicandola alla B.V.Maria e a tutti i Martiri (S.Maria ad Martyres). Il giorno della consacrazione fu il 13 maggio del 609 o 610 e divenne subito per Roma festa di tutti i Santi Martiri. Gregorio III (731-742) consacrò nella basilica di S.Pietro un oratorio al Salvatore, alla Sua Madre Santissima, agli Apostoli, Martiri, Confessori e a tutti i Giusti. Con ciò veniva istituita la Festa di Tutti i Santi indistintamente, che poi Gregorio IV (827-844) per maggior comodità, da come risulta nell’ 835, dal 13 maggio trasportò al 1° novembre.
Il significato della festa è quello di raccogliere “sub una sollemnitate” ( in un’unica solennità) il ricordo e la venerazione verso i fratelli che ci hanno preceduto con il loro esempio e la loro santità e vivono ormai nella gloria di Dio: vita eterna, comunione dei Santi, loro intercessione e, insieme, vocazione di tutti alla santità, richiamo ai valori e al senso della vita del cristiano ancora pellegrino in questo mondo, ecc. costituiscono il messaggio ed il contenuto del mistero che si celebra con questa solennità.
In stretta dipendenza da essa si sviluppa a partire dall’inizio del secolo XI ad opera dell’abate S.Odilone e del monastero di Cluny, la “commemorazione di tutti i fedeli defunti” il giorno successivo a quello di Tutti i Santi: al “dies exultationis” (giorno dell’esultanza) fa così seguito il “dies orationis” (giorno della preghiera) L’identico mistero sollecita i fedeli anche alla preghiera di suffragio per i morti che ancora attendono l’unione perfetta in Cristo. Già precedentemente, comunque, all’iniziativa di S.Odilone, il culto dei morti, appoggiandosi sulla verità dell’immortalità dell’anima era più che mai sentito. Lo si ritrova presso i pagani e fin presso i barbari tra gli errori e le tenebre più profonde. Gli ebrei offrivano preghiere e sacrifici per i defunti, infatti dalla S.Scrittura apprendiamo che Giuda Maccabeo, l’eroe difensore del suo popolo, offrì doni nel tempio a favore dei soldati caduti combattendo. Questa pia e santa tradizione non poteva non passare ai Cristiani, per cui fin dai tempi degli Apostoli si usò pregare per ogni fedele defunto soprattutto nel farne memoria durante la S.Messa senza però fissare un giorno particolare dedicato al loro ricordo. C’è da augurarsi di non essere noi ad interrompere questa lodevolissima ed importantissima pratica di pregare e di far celebrare SS.Messe a suffragio dei defunti, gesto questo di squisita carità.
Le due celebrazioni si saldavano nell’Ufficio dei Vespri del 1° novembre, quando, come del resto accadeva anche in altri casi particolari, ai II^ Vespri dei Santi si facevano immediatamente seguire i Vespri dei defunti. Le riforme del Calendario liturgico del 1955 e del 1961 hanno distinto gli uffici dei due giorni consentendo tuttavia che potessero continuare “i pii esercizi” tradizionali nel pomeriggio della festa di Tutti i Santi. Fra questi evidentemente non può annoverarsi la S.Messa. Tuttavia la celebrazione dei Vesperi dei defunti dopo i II^ Vesperi del 1° novembre si può continuare a svolgere come gesto di pietà e di peculiare ossequio dei fedeli verso i defunti.
In questa celebrazione congiunta dei due Vesperi si manifesta in modo singolare il mistero della Comunione dei Santi: la Chiesa Militante (noi pellegrini in questa terra) supplica la Chiesa Trionfante (i Santi in Paradiso) di intercedere presso Dio a favore della Chiesa Purgante (i Defunti che sono nello stato di purificazione) e queste “tre” Chiese sono in realtà l’unica Chiesa di Cristo, il Suo Corpo Mistico.
Tutto il mese di NOVEMBRE , in modo particolare il 2 dello stesso mese e durante l’OTTAVARIO, che si tiene in questa chiesa facciamo memoria dei Defunti, quelli che conosciamo e quelli che non abbiamo mai incontrato.
Facciamo memoria, custodiamo uno spazio dentro di noi, i morti ci sono presenti, non solo li ricordiamo, ma li sentiamo vivere con noi, fanno parte dell’universo invisibile che ci attraversa e ci vivifica senza che ce ne rendiamo conto.
Aiutiamo i nostri morti. Essi attendono , con fiducia e amore, la nostra comprensione e la nostra generosità nell’impegno di suffragarli.
L’eremita di Parigi confidò a Vittorio Messori:
“I cristiani di oggi, proprio ora che, come mai nella storia, parlano di giustizia e dicono di volersi battere per essa, si stanno macchiando di un’ingiustizia verso i morti; non pregando quasi più per la loro pace eterna, si è interrotto l’aiuto che, da sempre, i credenti rendevano ai fratelli defunti supplicando per la loro pietà e misericordia. Abbiamo lasciato soli i nostri morti. Non li aiutiamo e non chiediamo che ci aiutino. Spezziamo così l’anello di amore della Comunione dei Santi”.
COME POSSIAMO SUFFRAGARE I NOSTRI DEFUNTI:
. Pregando (soprattutto il S.Rosario meditato).
”Santo è il pensiero di pregare per i defunti, perché siano liberati dai loro peccati “ (S.Scrittura)
. Ascoltando e facendo celebrare SS.Messe.”Per ogni Messa celebrata, molte anime escono dal Purgatorio. Esse non provano nessun tormento durante la Messa offerta per loro” (S.Girolamo)
. Offrendo SS.Comunioni. “La S.Comunione, dopo il Sacrificio dell’altare, è l’atto più sublime della religione, meritorio per i vivi e i defunti”(S.Agostino)
. Distribuendo elemosine. “L’elemosina ricopre la moltitudine dei peccati”(S.Scrittura)
“Conviene soccorrere i morti non con le lacrime, ma con le elemosine” (S.Giovanni Crisostomo)
. Cercando di lucrare delle Indulgenze (che sono misericordia di Gesù)…grandemente utili…per i vivi e i defunti
Si ricorda calorosamente e insistentemente che si può lucrare l’INDULGENZA PLENARIA per i defunti visitando piamente una chiesa od oratorio ed ivi recitando il “PATER NOSTER” ed il “CREDO” ed una preghiera secondo le intenzioni del S.Padre (Pater, Ave e Gloria). Si richiede inoltre la Confessione e la Comunione sacramentali quanto prima. Tale facoltà vale da mezzogiorno del 1° novembre a tutto il giorno 2 novembre. La stessa indulgenza può essere acquistata, una sola volta al giorno, e con le stesse modalità, anche visitando il cimitero e pregando per i defunti, dall’1 all’8 novembre inclusi.
Volendo suffragare i Defunti il più ampiamente possibile, si celebrerà per loro nella nostra chiesa, il solenne Ottavario di preghiere.
Ricordiamo per l’entrante settimana:
Domenica 28 ottobre: ore 18.30
Anniversario del Titolo di “Cappella Civica” di cui la nostra chiesa viene a
fregiarsi e per la conclusione del Mese di Ottobre, il mese del Rosario.
A cura della nostra Cappella Musicale diretta dal M° Cav. Elìa Macrì
Ingrid Iellenz, Adriana Tomisić, Elisa Verzier, Ilaria Zanetti - Soprani
Martina Rinaldi e Lora Pavletić - Contralti
Peter Gus e Raffaele Prestinenzi - Tenori
Hao Wang – Basso
Lunedì 29 ottobre: Ore 09.00 S.Messa d’orario
Ore 18.30 funzione Mariana
Martedì 30 ottobre: Ore 09.00 S.Messa d’orario
Ore 18.30 Funzione Mariana
Mercoledì 31 ottobre: Ore 09.00 S.Messa d’orario
Ore 17.30 S.Messa d’orario in italiano (assolve il precetto festivo)
Ore 18.45 Solenne venerazione delle Reliquie dei Santi custodite in questa chiesa
accompagnata da concerti per organo e tromba e dal canto dell’inno
“Placare Christe servulis”
Ore 19.00 S.Messa d’orario in latino cantata della Solennità di Tutti i Santi
(assolve il precetto festivo)
Durante la S.Messa verranno eseguiti brani musicali per organo e tromba
Giovedì 1 novembre: Solennità di Tutti i Santi. (è festa di precetto)
I^ Giovedì del Mese
SS.Messe Ore 09.00 – 11.00 – 17.30
Ore 12.00 Inizio del tempo utile per ottenere l’Indulgenza Plenaria per i
Defunti che si protrae per tutto il 2 novembre
Ore 18.30 Vesperi cantati dei Santi a cui fanno immediatamente seguito i
Vesperi dei Defunti. Al termine solenne Assoluzione al Catafalco
Venerdì 2 novembre: Commemorazione di tutti i Fedeli Defunti (non è festa di precetto)
I^ Venerdì del Mese
SS.Messe Ore 09.00 cantata in latino (E’presente la nostra Cappella Corale diretta
dal M° Cav. Elìa Macrì che eseguirà la “Missa pro Defuntis” di T.L. da Victoria
(1548-1611) a quattro voci. Al termine Assoluzione al Catafalco
Ore 11.00 e 17.30
Ore 18.30 Vesperi cantati dei Defunti
Sabato 3 novembre: Solennità di S.Giusto Martire, Patrono principale della Città e della Diocesi di Trieste.
I^ Sabato del Mese
Ore 17.30 S.Messa d’orario in italiano
Ore 19.00 S.Messa d’orario in latino cantata.
Al termine bacio della Reliquia di S.Giusto Martire.
Assoluzione al catafalco
Anticipiamo:
Domenica 4 novembre: Ore 18.30 Vesperi solenni in onore di S.Giusto Martire, bacio della Reliquia del
Santo ed Assoluzione al catafalco.
SalutandoVi, paternamente Vi benedico
Don Stefano Canonico
NOTE:
- Il Parroco è a disposizione dei Fedeli dopo ogni S.Messa o per appuntamento
- L’Ufficio parrocchiale è aperto ogni mercoledì non festivo dalle ore 9.30 alle ore 12.00
Chi desidera comunicare Via E-Mail con il nostro Ufficio parrocchiale può digitare
l’indirizzo: beata.vergine.rosario@gmail.com
Se desiderate conoscere la storia della nostra chiesa sono disponibili in sacrestia i libretti in
lingua italiana e tedesca
Si possono acquistare in sacrestia le piccole acquasantiere con l’immagine della nostra
Madonna del Rosario, e ancora alcuni rosari sempre con l’immagine della Madonna del
Rosario
Sono disponibili ancora alcuni libri: “FRANCESCO” Il nome di Dio è misericordia
Da lunedì a venerdì alle ore 8.30 si recita la Coroncina del Santo Rosario
- GRAZIE a coloro che hanno già dato e continueranno a dare l’offerta mensile per la
musica.
-AUSPICABILE il contributo mensile di tutti i fedeli per la musica.
Sosteniamo la nostra Corale Parrocchiale.
Il Signore Vi ricompensi.
- Grazie a quanti daranno un contributo per l’acquisto della statua di San Giuseppe.
- la nostra chiesa vive soltanto con le offerte dei fedeli:
Un grazie ai benefattori!
perché le spese da sostenere sono sempre tante ( spese gestionali, manutenzione
ordinaria e straordinaria ) per poter mantenere la chiesa in modo tale da “aiutare
chiunque entra in questo luogo Sacro a prendere coscienza della Bellezza di Dio”
- Le offerte possono essere consegnate direttamente al parroco o a chi per lui presente in
sacrestia. Con l’intenzione e il nominativo. Grazie
- Per eventuali bonifici o versamenti presso la FriulAdria Credit Agricole – via Mazzini 7 –
34121 Trieste: conto corrente 400855/12 – codice IBAN IT68I0533602207000040085512
Sarebbe gradito l’indirizzo del Benefattore per poterlo ringraziare
- Chi è interessato a consultare il “Blog” della parrocchia, su internet può digitare l’indirizzo:
<<www.beataverginedelrosariotrieste.com
(SECONDO IL RITO ROMANO ANTICO: SOLENNITA’ DI N.S. GESU’ CRISTO RE, Gv 18,33-37)
Chiusura solenne del Mese di Ottobre
28 OTTOBRE 2018
Concludiamo la nostra catechesi sul Rosario.
Quarto Mistero Gaudioso: La Presentazione di Gesù al Tempio
La legge mosaica prescriveva che, quaranta giorni dopo la nascita, il figlio primogenito venisse presentato al Tempio per essere riscattato, dai più poveri, con l’offerta di due tortore o due piccoli colombi e consacrato al Signore, e che la madre si sottoponesse al rito della purificazione.
Gesù e Maria non erano certo soggetti a tale legge eppure vi si sottomettono, volendo con ciò esprimere la propria sottomissione e obbedienza alla Volontà divina espressa anche attraverso leggi civili e religiose.
Così per le mani di Maria, quaranta giorni dopo la sua nascita, Gesù si offre al Padre per il compimento perfetto della sua volontà in Lui. Ecco che fin d’ora dunque si manifesta la disposizione fondamentale dell’anima di Cristo, il fine stesso della sua Incarnazione: il compimento della Volontà del Padre che consiste nella sua glorificazione e nella salvezza degli uomini.
“Cristo entrando nel mondo dice:… Ecco io vengo, o Dio per fare la tua volontà” (Eb 10,5.7). Così ci attesta san Paolo, e Gesù stesso più volte durante la sua vita ebbe ad affermarlo: “il mio cibo è fare la volontà di Colui che mi ha mandato e portarne l’opera a termine” (Gv4,34); e ancora: “Sono disceso dal cielo per fare non la mia volontà, ma la volontà di chi mi ha mandato” (Gv 5,30). La Volontà del Padre: questa sola è sua guida in ogni azione, in ogni istante della sua vita. L’obbedienza alla volontà del Padre lo porterà fino all’estremo sacrificio. Gli farà abbracciare, pur nella ripugnanza della natura, i tormenti della Passione: “Padre, non la mia, ma la tua volontà si faccia” (Lc 22,42): gli farà accettare la morte in Croce: Gesù, dice san Paolo, “si fece obbediente sino alla morte e alla morte di croce” (Fil 2,8).
Tutto questo è già implicito nell’offerta del Tempio. In essa è già la donazione totale, è già l’accettazione della Passione e della Croce: essa è l’offerta del Sacrificio che sarà consumato sul Calvario.
Gesù è il nostro modello, Egli che ha detto: “Io sono la via…nessuno viene al padre se non per mezzo mio” (Gv 14, 6), e ancora: “Vi ho dato l’esempio affinchè anche voi facciate come ho fatto io” (Gv 13,15), ci insegna attraverso la presentazione al Tempio, che anche per noi non deve esistere altra norma di vita, altro movente di azione che la divina Volontà. La Volontà di Dio, ci dice san Paolo, è la nostra santificazione. Ma d’altra parte l’essenza stessa della santità consiste proprio nella conformità al divino Volere. Come Gesù, anche noi, in Lui e per Lui, in ogni istante, in ogni azione della nostra vita non dobbiamo cercare altro che la conformità alla Volontà di Dio manifestatasi attraverso i doveri di stato, gli ordini dei superiori, le circostanze stesse della vita disposte da Dio per la nostra santificazione. A imitazione di Gesù la nostra offerta deve essere totale e incondizionata: e Gesù Crocifisso ci mostra fino a che punto può giungere l’adempimento della divina Volontà. Pure noi dobbiamo essere disposti a tutto, anche a dare la vita se il Signore ce la chiederà; dobbiamo abbracciare la via della Croce e del rinnegamento secondo la parola di Gesù: “Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua” (Mt 16, 24); perché certo non si può aderire in ogni momento senza dover rinunciare alla propria volontà, senza dover rinunciare al proprio egoismo, alle proprie soddisfazioni e vedute personali: Ma ci dice santa Teresa di Gesù: “la somma perfezione non sta nelle dolcezze interiori, bensì nella perfetta conformità del nostro volere a quello di Dio, in modo da volere, fermamente, quanto conosciamo essere di sua Volontà, accettando con la medesima allegrezza tanto il dolce che l’amaro, come egli vuole” (Fondazioni, 5,10).
Colei che ha vissuto con la massima perfezione questo insegnamento ad imitazione del Figlio suo, è stata Maria. Al Tempio, presentando il Figlio al Padre, Ella unisce la sua offerta a quella di Lui. Intuendo attraverso il velo della profezia che la missione di Gesù Salvatore si sarebbe compiuta in un mistero di dolore, silenziosamente ripete il suo “Fiat”. Offriamoci dunque anche noi al Padre totalmente, incondizionatamente, perché possa compiere in noi la sua Volontà. Certo, è tanto imperfetta la nostra offerta, piena di peccati e di miserie come siamo. E allora preghiamo Maria di presentare Lei la nostra offerta, di purificarci con uno sguardo suo; mettiamoci tra le sue braccia; identifichiamoci a Gesù per amore, e ripetiamo anche noi fiduciosamente la preghiera di padre Carlo de Foucauld: “Padre, mi abbandono a Te, fa di me ciò che Ti piacerà. Qualsiasi cosa Tu faccia di me Ti ringrazio. Sono pronto a tutto, accetto tutto perché la tua volontà si compia in me e in tutte le tue creature. Non desidero niente altro, mio Dio. Rimetto l’anima mia nelle tue mani, Te la dono, mio Dio, con tutto l’amore del mio cuore, per Ti amo, ed è per me un’esigenza di amore il darmi, il rimettermi nelle tue mani, senza misura, con fiducia infinita, poiché Tu mi sei Padre”.
Virtù da praticare: abbandono in Dio
ESEMPIO
San Giovanni Crisostomo, dottore della Chiesa, fu patriarca di Costantinopoli. In tutta la sua vita si rimise completamente nelle braccia di Dio, come un bambino sul seno materno. Nei giorni lieti, come in quelli tristi, la sua esclamazione fu sempre la stessa: “sia glorificato Dio in ogni evento!”. Terminò i suoi giorni in esilio a Comàna nel Ponto, vittima dell’odio di Eudossia, moglie dell’imbelle imperatore Arcadio. Moriva così, come un malfattore, legato e malmenato, ma la sua lode al Signore era sempre piena e perfetta. Ancora ripeteva: “Sia glorificato Dio in ogni evento!”. Poiché la Volontà di Dio è la cosa che interessa sopra ogni altra cosa.
Lo stesso esempio ci viene offerto dal grande missionario cappuccino, poi Card. Massaia. Stando in Gallia per evangelizzare quelle popolazioni, fu fatto prigioniero e messo in carcere. Privo di tutto, di amici, di libri di qualsiasi comodità, egli recitava il Padre Nostro e ritornava per ben dieci volte sulle parole: “Sia fatta la tua volontà”.
Quinto Mistero Gaudioso: Il ritrovamento di Gesù al Tempio
Era consuetudine che le famiglie d’Israele si recassero a Gerusalemme ogni anno per la celebrazione della Pasqua. La famiglia di Gesù non faceva eccezione: infatti ci dice l’evangelista: “I suoi genitori erano soliti andare a Gerusalemme ogni anno, per la festa di Pasqua” (Lc 2,41). La vita della Santa Famiglia di Nazareth si svolge senza che nulla, esteriormente, la distinguesse da quella delle altre famiglie. Era la vita di una famiglia di poveri che viveva dei frutti del lavoro del capofamiglia, un modesto operaio, e in tutto seguiva le consuetudini, i costumi, le abitudini della società del suo tempo. Per trent’anni circa la vita di Gesù si svolse in questa cornice ordinaria e comune, senza che nulla in Lui potesse rivelare il Cristo, il Verbo Incarnato, il Figlio di Dio senza che nulla lasciasse trapelare la sua grandezza, sapienza, potenza infinite. Per trent’anni Egli è per tutti soltanto: Gesù il figlio del falegname, sepolto nell’oscurità della vita quotidiana.
I Vangeli stessi nulla o quasi ci dicono di tutto questo periodo che va dal ritorno dalla fuga in Egitto fino al soggiorno di quaranta giorni nel deserto, che è al tempo stesso preludio della vita pubblica e termine della nascosta. Silenzio quanto mai significativo. Unica eccezione l’episodio dello smarrimento di Gesù, riportatoci dall’evangelista Luca. Vi fu infatti una Pasqua diversa dalle altre, una Pasqua che non poteva essere dimenticata.
Gesù aveva dodici anni, e i suoi genitori, secondo la consuetudine, lo avevano condotto a Gerusalemme per le celebrazioni. Finiti i festeggiamenti si era ripresa la via del ritorno. Ma Gesù era rimasto a Gerusalemme e i suoi non se ne erano accorti, credendo che fosse tra i compagni di viaggio. Solo al termine della prima giornata di cammino, cercandolo tra parenti e conoscenti, si resero conto che Gesù non c’era. Allora ritornarono a Gerusalemme, in cerca di Lui, ci dice l’evangelista, e prosegue: “E avvenne che, dopo tre giorni lo ritrovarono nel tempio, seduto in mezzo ai dottori ad ascoltarli e interrogarli…E vedendolo furono meravigliati e sua madre gli disse: “Figlio, perché ci hai fatto così? Vedi, tuo padre ed io, addolorati, andavamo in cerca di te”. Egli rispose loro: “Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi di quanto riguarda mio Padre?” (Lc 2,46-50).
Sono queste le prime parole di Gesù riportate dai Vangeli e sono una solenne affermazione della sua missione e dell’assoluto primato dei diritti di Dio. Ecco il primo insegnamento che ci viene dalla bocca di Gesù: prima di tutto bisogna occuparsi di Dio e delle cose di Dio, e a Lui sempre bisogna dare il primo posto e la prima obbedienza, al di sopra di ogni altra considerazione umana e naturale. Nulla deve farci trascurare o soltanto ritardare il compimento della Volontà divina: neppure il desiderio di compiacere o non addolorare i genitori o i parenti. Tuttavia dare il primato al compimento dei doveri verso Dio non vuol dire trascurare i doveri verso il prossimo o verso la famiglia. Anzi, in via ordinaria, il compimento della divina Volontà ci chiede proprio la sottomissione e l’obbedienza ai genitori o superiori. E le parole del Vangelo che seguono sono molto significative: “Poi scese con essi, venne a Nazareth e stava loro sottomesso. E sua madre custodiva tutte queste cose in cuor suo. Intanto Gesù cresceva in sapienza di statura, e in grazia davanti Dio e agli uomini” (Lc 2,51-52) Ecco, questo ci basta ed è già per noi ricco di insegnamenti. Gesù è sempre nostro modello, nostra via, anche con la sua vita semplice, umile, nascosta.
La maggior parte dei cristiani infatti non sono chiamati a santificarsi attraverso il compimento di grandi opere, ma proprio nell’oscurità e nella fatica dei doveri compiuti con fedeltà e amore. Diceva santa Teresa del Bambino Gesù, che si può salvare un’anima raccogliendo uno spillo per amor di Dio.
Ecco l’importante non è in quel che si fa, ma nel come lo si fa, perché lo si fa. Quando si agisce nell’unico fine di piacere a Dio, di compiere la sua Volontà caricando di amore anche le azioni più semplici, più comuni e abituali, allora quale valore immenso acquista una vita agli occhi di Dio anche se agli occhi degli uomini resta nascosta, senza alcuna risonanza e riconoscimento! Così è stato per la Madonna, che ancora una volta ci offre l’esempio più perfetto. La sua vita si è tutta svolta nell’umiltà, nel silenzio, nel nascondimento. Ma in questo nascondimento, quale ricchezza immensa di vita interiore: vita di raccoglimento, di preghiera, di unione intima con Lui!
Chiediamo dunque a Lei che ci faccia penetrare nel mistero della vita di Nazareth e ci aiuti a riprodurlo nella nostra vita; vita nascosta agli occhi degli uomini, che non ne cerchi il riconoscimento, il successo, la stima, e soprattutto vita interiore, concentrata in Dio, di intimi rapporti con Lui, nell’unico fine di piacere e di contentare Lui solo.
Virtù da praticare: obbedienza a Dio e ai superiori
ESEMPIO
Ai primi tempi della Chiesa san Pietro e san Giovanni ripieni di Spirito Santo, erano instancabili nel predicare il Vangelo di Gesù. Per questo motivo furono accusati e portati dinanzi al Sinedrio. I capi del popolo, gli anziani e gli scribi tennero un’adunanza e proibirono loro assolutamente di parlare e di insegnare nel nome di Gesù. Ma san Pietro e san Giovanni risposero: “Se sia giusto davanti a Dio, obbedire a voi piuttosto che a Dio, giudicatelo voi stessi! Non possiamo, infatti, non parlare di quelle cose che abbiamo vedute e udite”.
Quindi anzitutto bisogna obbedire a Dio. Ma noi dobbiamo obbedire anche a coloro che rappresentano Dio, ossia i genitori e i superiori. A questo proposito un bell’esempio ce lo offre santa Margherita Maria Alacoque. Questa grande Santa francese, suora della Visitazione provava per natura una invincibile ripugnanza per il formaggio. Al solo odore andava in vomito. Ma non esitò a mangiare il formaggio, appena la sua superiora glielo comandò. E questo terribile martirio durò per ben otto anni!
Oggi, dopo ogni S.Messa e dopo la Funzione serale verrà data da baciare la Reliquia della Madonna che consiste in un frammento del Velo della B.V. di Loreto.
Durante la settimana celebreremo la Solennità di Tutti i Santi, la Commemorazione di Tutti i Fedeli Defunti e la Solennità del nostro Patrono S.Giusto.
Nell’epoca più antica la Chiesa tributava culto pubblico unicamente ai Martiri.; soltanto nel corso dei secoli vi si aggiunsero Santi non Martiri. Perciò anticamente non si ebbe una festa di tutti i Santi, ma semplicemente un giorno commemorativo di tutti i Martiri. Questa commemorazione ebbe inizio in Oriente e passò ben presto anche in Occidente con il seguente sviluppo.
L’imperatore Foca (+ il 4.10.610) concesse il Pantheon, costruito nel 27 a.C. da Agrippa in onore di Augusto, a papa Bonifacio IV che lo purificò e trasformò in chiesa, dedicandola alla B.V.Maria e a tutti i Martiri (S.Maria ad Martyres). Il giorno della consacrazione fu il 13 maggio del 609 o 610 e divenne subito per Roma festa di tutti i Santi Martiri. Gregorio III (731-742) consacrò nella basilica di S.Pietro un oratorio al Salvatore, alla Sua Madre Santissima, agli Apostoli, Martiri, Confessori e a tutti i Giusti. Con ciò veniva istituita la Festa di Tutti i Santi indistintamente, che poi Gregorio IV (827-844) per maggior comodità, da come risulta nell’ 835, dal 13 maggio trasportò al 1° novembre.
Il significato della festa è quello di raccogliere “sub una sollemnitate” ( in un’unica solennità) il ricordo e la venerazione verso i fratelli che ci hanno preceduto con il loro esempio e la loro santità e vivono ormai nella gloria di Dio: vita eterna, comunione dei Santi, loro intercessione e, insieme, vocazione di tutti alla santità, richiamo ai valori e al senso della vita del cristiano ancora pellegrino in questo mondo, ecc. costituiscono il messaggio ed il contenuto del mistero che si celebra con questa solennità.
In stretta dipendenza da essa si sviluppa a partire dall’inizio del secolo XI ad opera dell’abate S.Odilone e del monastero di Cluny, la “commemorazione di tutti i fedeli defunti” il giorno successivo a quello di Tutti i Santi: al “dies exultationis” (giorno dell’esultanza) fa così seguito il “dies orationis” (giorno della preghiera) L’identico mistero sollecita i fedeli anche alla preghiera di suffragio per i morti che ancora attendono l’unione perfetta in Cristo. Già precedentemente, comunque, all’iniziativa di S.Odilone, il culto dei morti, appoggiandosi sulla verità dell’immortalità dell’anima era più che mai sentito. Lo si ritrova presso i pagani e fin presso i barbari tra gli errori e le tenebre più profonde. Gli ebrei offrivano preghiere e sacrifici per i defunti, infatti dalla S.Scrittura apprendiamo che Giuda Maccabeo, l’eroe difensore del suo popolo, offrì doni nel tempio a favore dei soldati caduti combattendo. Questa pia e santa tradizione non poteva non passare ai Cristiani, per cui fin dai tempi degli Apostoli si usò pregare per ogni fedele defunto soprattutto nel farne memoria durante la S.Messa senza però fissare un giorno particolare dedicato al loro ricordo. C’è da augurarsi di non essere noi ad interrompere questa lodevolissima ed importantissima pratica di pregare e di far celebrare SS.Messe a suffragio dei defunti, gesto questo di squisita carità.
Le due celebrazioni si saldavano nell’Ufficio dei Vespri del 1° novembre, quando, come del resto accadeva anche in altri casi particolari, ai II^ Vespri dei Santi si facevano immediatamente seguire i Vespri dei defunti. Le riforme del Calendario liturgico del 1955 e del 1961 hanno distinto gli uffici dei due giorni consentendo tuttavia che potessero continuare “i pii esercizi” tradizionali nel pomeriggio della festa di Tutti i Santi. Fra questi evidentemente non può annoverarsi la S.Messa. Tuttavia la celebrazione dei Vesperi dei defunti dopo i II^ Vesperi del 1° novembre si può continuare a svolgere come gesto di pietà e di peculiare ossequio dei fedeli verso i defunti.
In questa celebrazione congiunta dei due Vesperi si manifesta in modo singolare il mistero della Comunione dei Santi: la Chiesa Militante (noi pellegrini in questa terra) supplica la Chiesa Trionfante (i Santi in Paradiso) di intercedere presso Dio a favore della Chiesa Purgante (i Defunti che sono nello stato di purificazione) e queste “tre” Chiese sono in realtà l’unica Chiesa di Cristo, il Suo Corpo Mistico.
Tutto il mese di NOVEMBRE , in modo particolare il 2 dello stesso mese e durante l’OTTAVARIO, che si tiene in questa chiesa facciamo memoria dei Defunti, quelli che conosciamo e quelli che non abbiamo mai incontrato.
Facciamo memoria, custodiamo uno spazio dentro di noi, i morti ci sono presenti, non solo li ricordiamo, ma li sentiamo vivere con noi, fanno parte dell’universo invisibile che ci attraversa e ci vivifica senza che ce ne rendiamo conto.
Aiutiamo i nostri morti. Essi attendono , con fiducia e amore, la nostra comprensione e la nostra generosità nell’impegno di suffragarli.
L’eremita di Parigi confidò a Vittorio Messori:
“I cristiani di oggi, proprio ora che, come mai nella storia, parlano di giustizia e dicono di volersi battere per essa, si stanno macchiando di un’ingiustizia verso i morti; non pregando quasi più per la loro pace eterna, si è interrotto l’aiuto che, da sempre, i credenti rendevano ai fratelli defunti supplicando per la loro pietà e misericordia. Abbiamo lasciato soli i nostri morti. Non li aiutiamo e non chiediamo che ci aiutino. Spezziamo così l’anello di amore della Comunione dei Santi”.
COME POSSIAMO SUFFRAGARE I NOSTRI DEFUNTI:
. Pregando (soprattutto il S.Rosario meditato).
”Santo è il pensiero di pregare per i defunti, perché siano liberati dai loro peccati “ (S.Scrittura)
. Ascoltando e facendo celebrare SS.Messe.”Per ogni Messa celebrata, molte anime escono dal Purgatorio. Esse non provano nessun tormento durante la Messa offerta per loro” (S.Girolamo)
. Offrendo SS.Comunioni. “La S.Comunione, dopo il Sacrificio dell’altare, è l’atto più sublime della religione, meritorio per i vivi e i defunti”(S.Agostino)
. Distribuendo elemosine. “L’elemosina ricopre la moltitudine dei peccati”(S.Scrittura)
“Conviene soccorrere i morti non con le lacrime, ma con le elemosine” (S.Giovanni Crisostomo)
. Cercando di lucrare delle Indulgenze (che sono misericordia di Gesù)…grandemente utili…per i vivi e i defunti
Si ricorda calorosamente e insistentemente che si può lucrare l’INDULGENZA PLENARIA per i defunti visitando piamente una chiesa od oratorio ed ivi recitando il “PATER NOSTER” ed il “CREDO” ed una preghiera secondo le intenzioni del S.Padre (Pater, Ave e Gloria). Si richiede inoltre la Confessione e la Comunione sacramentali quanto prima. Tale facoltà vale da mezzogiorno del 1° novembre a tutto il giorno 2 novembre. La stessa indulgenza può essere acquistata, una sola volta al giorno, e con le stesse modalità, anche visitando il cimitero e pregando per i defunti, dall’1 all’8 novembre inclusi.
Volendo suffragare i Defunti il più ampiamente possibile, si celebrerà per loro nella nostra chiesa, il solenne Ottavario di preghiere.
Ricordiamo per l’entrante settimana:
Domenica 28 ottobre: ore 18.30
- Ore 18.30: Esecuzione del celeberrimo oratorio “Il Messia” di Georg Friedrich Händel
Anniversario del Titolo di “Cappella Civica” di cui la nostra chiesa viene a
fregiarsi e per la conclusione del Mese di Ottobre, il mese del Rosario.
A cura della nostra Cappella Musicale diretta dal M° Cav. Elìa Macrì
Ingrid Iellenz, Adriana Tomisić, Elisa Verzier, Ilaria Zanetti - Soprani
Martina Rinaldi e Lora Pavletić - Contralti
Peter Gus e Raffaele Prestinenzi - Tenori
Hao Wang – Basso
Lunedì 29 ottobre: Ore 09.00 S.Messa d’orario
Ore 18.30 funzione Mariana
Martedì 30 ottobre: Ore 09.00 S.Messa d’orario
Ore 18.30 Funzione Mariana
Mercoledì 31 ottobre: Ore 09.00 S.Messa d’orario
Ore 17.30 S.Messa d’orario in italiano (assolve il precetto festivo)
Ore 18.45 Solenne venerazione delle Reliquie dei Santi custodite in questa chiesa
accompagnata da concerti per organo e tromba e dal canto dell’inno
“Placare Christe servulis”
Ore 19.00 S.Messa d’orario in latino cantata della Solennità di Tutti i Santi
(assolve il precetto festivo)
Durante la S.Messa verranno eseguiti brani musicali per organo e tromba
Giovedì 1 novembre: Solennità di Tutti i Santi. (è festa di precetto)
I^ Giovedì del Mese
SS.Messe Ore 09.00 – 11.00 – 17.30
Ore 12.00 Inizio del tempo utile per ottenere l’Indulgenza Plenaria per i
Defunti che si protrae per tutto il 2 novembre
Ore 18.30 Vesperi cantati dei Santi a cui fanno immediatamente seguito i
Vesperi dei Defunti. Al termine solenne Assoluzione al Catafalco
Venerdì 2 novembre: Commemorazione di tutti i Fedeli Defunti (non è festa di precetto)
I^ Venerdì del Mese
SS.Messe Ore 09.00 cantata in latino (E’presente la nostra Cappella Corale diretta
dal M° Cav. Elìa Macrì che eseguirà la “Missa pro Defuntis” di T.L. da Victoria
(1548-1611) a quattro voci. Al termine Assoluzione al Catafalco
Ore 11.00 e 17.30
Ore 18.30 Vesperi cantati dei Defunti
Sabato 3 novembre: Solennità di S.Giusto Martire, Patrono principale della Città e della Diocesi di Trieste.
I^ Sabato del Mese
Ore 17.30 S.Messa d’orario in italiano
Ore 19.00 S.Messa d’orario in latino cantata.
Al termine bacio della Reliquia di S.Giusto Martire.
Assoluzione al catafalco
Anticipiamo:
Domenica 4 novembre: Ore 18.30 Vesperi solenni in onore di S.Giusto Martire, bacio della Reliquia del
Santo ed Assoluzione al catafalco.
SalutandoVi, paternamente Vi benedico
Don Stefano Canonico
NOTE:
- Il Parroco è a disposizione dei Fedeli dopo ogni S.Messa o per appuntamento
- L’Ufficio parrocchiale è aperto ogni mercoledì non festivo dalle ore 9.30 alle ore 12.00
Chi desidera comunicare Via E-Mail con il nostro Ufficio parrocchiale può digitare
l’indirizzo: beata.vergine.rosario@gmail.com
Se desiderate conoscere la storia della nostra chiesa sono disponibili in sacrestia i libretti in
lingua italiana e tedesca
Si possono acquistare in sacrestia le piccole acquasantiere con l’immagine della nostra
Madonna del Rosario, e ancora alcuni rosari sempre con l’immagine della Madonna del
Rosario
Sono disponibili ancora alcuni libri: “FRANCESCO” Il nome di Dio è misericordia
Da lunedì a venerdì alle ore 8.30 si recita la Coroncina del Santo Rosario
- GRAZIE a coloro che hanno già dato e continueranno a dare l’offerta mensile per la
musica.
-AUSPICABILE il contributo mensile di tutti i fedeli per la musica.
Sosteniamo la nostra Corale Parrocchiale.
Il Signore Vi ricompensi.
- Grazie a quanti daranno un contributo per l’acquisto della statua di San Giuseppe.
- la nostra chiesa vive soltanto con le offerte dei fedeli:
Un grazie ai benefattori!
perché le spese da sostenere sono sempre tante ( spese gestionali, manutenzione
ordinaria e straordinaria ) per poter mantenere la chiesa in modo tale da “aiutare
chiunque entra in questo luogo Sacro a prendere coscienza della Bellezza di Dio”
- Le offerte possono essere consegnate direttamente al parroco o a chi per lui presente in
sacrestia. Con l’intenzione e il nominativo. Grazie
- Per eventuali bonifici o versamenti presso la FriulAdria Credit Agricole – via Mazzini 7 –
34121 Trieste: conto corrente 400855/12 – codice IBAN IT68I0533602207000040085512
Sarebbe gradito l’indirizzo del Benefattore per poterlo ringraziare
- Chi è interessato a consultare il “Blog” della parrocchia, su internet può digitare l’indirizzo:
<<www.beataverginedelrosariotrieste.com