DOMENICA XXVIII DEL TEMPO ORDINARIO
(SECONDO IL RITO ROMANO ANTICO: DOMENICA XXI DOPO PENTECOSTE, Mt 18,23-35)
14 OTTOBRE 2018
Come già da diversi anni, durante tutto il Mese di Ottobre, si proporrà una riflessione sulla stupenda preghiera del S.Rosario.
Quest’anno mediteremo i Misteri Gaudiosi:
Il Rosario è la preghiera più bella, la più cara a Maria, la più cara a chi ama Maria.
La Madonna stessa ci ha fatto sapere quanto le sia gradita la recita del Rosario. A Lourdes, a Fatima Ella è apparsa col Rosario tra le mani ed ha esortato vivamente a recitarlo. Come dubitare dunque della validità, della bellezza, dell’efficacia di questa preghiera?
Eppure tanti, quando sentono parlare di Rosario, arricciano il naso e lo considerano per lo meno una preghiera anacronistica per i nostri giorni e adatta semmai a vecchie bigotte. Ma mostrano con ciò di non aver capito lo spirito del Rosario.
Il Rosario non è soltanto una preghiera vocale, non è una meccanica ripetizione di parole. Il Rosario è anche meditazione, preghiera dell’anima. Sullo scorrere delle Ave Maria…Santa Maria…, mentre le labbra ripetono il saluto dell’Angelo la mente ed il cuore si soffermano nella contemplazione dei Misteri: delle verità belle e consolanti della Fede, che ci parlano della missione redentrice di Gesù. Così, ancora una volta Maria ci porta a Gesù.
E’ vero che tante volte il nostro Rosario si riduce a ben povera cosa, la mente si perde dietro mille distrazioni, le parole sembrano scivolare meccanicamente, e allora verrebbe voglia di rinunciare, e ci si domanda: ma ne vale la pena?
Proprio in risposta a questa domanda veniva raccontato su una rivista un graziosissimo episodio, che dovrebbe rincuorarci e muoverci a una dolce fiducia nell’affettuosa tenerezza della Mamma nostra celeste.
Si raccontava dunque una scenetta vista ai giardini pubblici. Un bimbo di pochi anni raccoglie dei fiorellini sul prato, e la mamma seduta sull’erba lo segue con sguardo vigile e affettuoso. Il bimbo è impegnato in qualcosa di molto importante: vuole fare un bel mazzolino di fiori per la sua mamma e i fiori che coglie li conserva nel grembiulino che tiene alzato con la mano. Ma non si accorge che i fiori messi in seno da una parte gli cadono dall’altra. Così, quando tutto orgoglioso si reca dalla mamma per farle il suo dono, nell’aprire il grembiulino che dolorosa sorpresa!...I fiori sono scomparsi. Il bimbo si guarda intorno smarrito e guarda la mamma tutto mortificato, sul punto di scoppiare in pianto. Ma la mamma ha capito tutto. Depone il suo lavoro, rapidamente si alza raccoglie i fiori sparpagliati sul prato, poi torna a sedere vicino al bimbo: “Hai visto, amore, come ho fatto presto? Eccoli, sono tutti qui”. E prende il bimbo sulle ginocchia fa un mazzetto con i fiori e sta per appuntarglielo all’occhiello. Ma il bimbo protesta: “No, mamma, sono per te!”, e la mamma un po’ pavoneggiandosi si attacca il mazzetto sul seno…”Così?” “sì, così. Sei più bella mammina”; e fa l’atto di buttarsi a baciarla. Ma la mamma, lo ha già prevenuto stringendolo al petto.
“Con che impeto di gioia – commentava il narratore – quella mamma si è messa a recuperare i fiorellini raccolti per lei dal suo piccolo, e da questi creduti per un momento dispersi. Con quanta sollecitudine ne ha risparmiato il rammarico! Perché non pensare che possa fare altrettanto per noi quell’altra Mamma?... Sarebbe forse meno ricca di tenerezza?”. Perché allora rinunciare alla recita del Rosario? E’ vero, vorremmo offrire qualcosa di bello alla Mamma nostra, vorremmo che le nostre “Ave Maria” fossero come fiori di un bel mazzo di rose da presentarle, e invece alla fine ci pare d’essere a mani vuote. Ma non sarà pronta Lei a raccogliere ciò che noi credevamo perduto? Se noi le distrazioni non le cerchiamo, né le vogliamo, ma nonostante i nostri sforzi stanno ad importunarci, la Madonna non sarà contenta ugualmente, almeno di quel nostro sforzo e del desiderio di stare con Lei e mostrarle il nostro affetto?
Quante occasioni potremmo sfruttare per queste piccole prove d’amore. In autobus, in treno, camminando per la strada, nella fila davanti a uno sportello…Certo, allora sarà ancora più difficile evitare le distrazioni, e quelle decadi di “Ave Maria” disseminate lungo la giornata ci sembreranno
ancora più povere. Ma con quanta tenerezza Ella guarderà al nostro desiderio, al nostro sforzo di non dimenticarla, di intrattenerci con Lei. Penserà Lei a raccogliere le nostre “Ave Maria” e a separarle dalle nostre distrazioni, per farne quel mazzo di fiori che noi non siamo stati capaci di fare. Penserà Lei, certamente: e ci stringerà sul suo Cuore.
I Mistero Gaudioso: L’Annuncio dell’Angelo a Maria
Ecco il primo quadro che si presenta alla nostra meditazione, e la mente si perde nell’infinità del mistero, e l’anima trabocca di riconoscenza e di amore: Dio si fa uomo, assume la nostra natura; il Verbo si incarna per la salvezza e la redenzione nostra. E Maria è eletta ad essere Madre di Dio. Colei che genererà il Verbo secondo la natura, il tramite dell’Incarnazione.
Ma l’Incarnazione non avverrà senza il consenso della sua volontà. Dio rispetta troppo la dignità e libertà dell’uomo per fare a meno di questo consenso, e perciò invia a Maria l’Angelo che reca l’annuncio della divina Maternità.
Cerchiamo un poco di penetrare le profondità di questa scena; cerchiamo di penetrare la disposizione d’animo della Vergine Santa al momento dell’Annunciazione, per cogliere gli insegnamenti di Colei che, accettando di diventare la Madre di Dio, è diventata anche la Mamma nostra dolcissima.
Perché, se diciamo di amare Maria, ma poi non ci sforziamo anche di conoscerla e imitarla, e di mettere in pratica gli esempi che da Lei ci vengono, siamo nel falso e la nostra devozione resterà sempre qualcosa di esteriore, formale, sterile.
L’Angelo inviato a Maria la trova raccolta in solitudine: prega.
Ecco l’insegnamento primo che ci viene dalla Mamma nostra. Pensiamo a quale doveva essere la sua preghiera, quale il raccoglimento, quale l’amore, quale il fervore. Preghiera che suscita l’ammirazione degli Angeli, e fa dolce violenza al Cuore di Dio e l’attrae ad incarnarsi nel suo seno purissimo.
Veramente la Vergine è il modello delle anime oranti e noi dovremmo avere sempre il suo esempio sotto gli occhi quando ci raccogliamo in preghiera. Ma sappiamo poi trovarlo il tempo di raccoglierci in preghiera? Sappiamo trovare nel ritmo, a volte convulso, delle nostre giornate i momenti di pausa in cui innalzare l’anima a Dio per iniziare con Lui un soave colloquio? Ma poi, anche se sappiamo trovarlo questo tempo, quante distrazioni, quante preoccupazioni, quanti futili pensieri ci ingombrano la mente e lo spirito e ci impediscono di raccoglierci!
Oh, allora guardiamo a Lei, a Lei raccolta in preghiera, e a Lei chiediamo che ci faccia comprendere la grandezza, la bellezza, la necessità della preghiera, che è respiro stesso dell’anima e senza la quale la vita soprannaturale languisce e si inaridisce. Chiediamo a Lei, che meglio di ogni altro ne ha conosciuto il valore, a lei che ha innalzato la preghiera più perfetta e più gradita a Dio, dopo quella di Gesù, la grazia di pregare, e pregare bene, e di pregare tanto. Pregare non soltanto, per chiedere, ma anche per lodare Dio e per rendergli grazie dei suoi benefici.
Preghiera dunque di lode, di ringraziamento, di impetrazione, unita alla preghiera di Maria, perché la presenti Lei al Figlio suo, e supplisca coi suoi meriti alla nostra miseria e imperfezione.
L’Angelo dunque trova Maria raccolta in solitudine, ed “entrato da Lei” così la saluta: “Ave, piena di grazia, il Signore è con te” (Lc 2,28)
“Piena di grazia”, quasi fosse il suo nome proprio, ad indicare nella Vergine Colei che è in stabile possesso di una pienezza di grazia, già prima che le venga annunziata la divina Maternità.
Maria però si turba a tali parole, ci dice il testo evangelico, e si domanda il significato di un simile saluto. Ed è, questa, la reazione della sua umiltà profondissima, che dovette farle sembrare ben strano lo straordinario saluto.
L’Angelo intanto le comunica il grande annuncio: Dio vuole che Ella diventi la Madre del Salvatore, e Maria, pronta ad aderire totalmente al piano divino, risponde il suo “Fiat”: “Ecco l’ancella del Signore, si faccia di me secondo la tua parola”.
La Vergine si dichiara, dunque, l’”ancella” del Signore, volendo così esprimere la sua dedizione totale e assoluta alla Volontà divina. Ella non è mossa da altro impulso che quello di servire Dio, quindi non lavorare che per Lui, per piacergli, per fare la sua Volontà, per soddisfare i suoi desideri, collaborare ai suoi disegni, procurare la sua gloria. E con il suo “Fiat ” generoso Ella accetta totalmente il piano divino, senza riserve, perché la sua volontà è totalmente unita alla Volontà di Dio.
Ancora una volta Maria si mostra modello ed esempio nostro.
Di fronte alle divine chiamate, alle sollecitudini della Grazia, agli inviti del Signore, inviti alla sofferenza, al sacrificio, al dono di sé, ciascuno di noi dovrebbe rispondere con un “Fiat” generoso e senza riserve.
Invece, quante debolezze, quante esitazioni, quanti rifiuti!
Allora, guardiamo ancora Maria, ed ancora supplichiamola di soccorrerci col suo aiuto, perché ci faccia aderire totalmente al piano divino su di noi, perché Lei ci aiuti sempre a rispondere ad ogni manifestazione del divino volere, prontamente e generosamente: “Ecco l’ancella del Signore, si faccia di me secondo la tua parola”.
Virtù da praticare: La preghiera
ESEMPIO
Un giorno Ruggero Bonghi, letterato e filosofo napoletano disse a un sacerdote suo amico:”Voi mi conoscete male. Sappiate che, tra i laici, io sono uno di quelli che più hanno parlato di Dio”. Il sacerdote gli diede una risposta che lasciò il filosofo pensoso:”I buoni cristiani si riconoscono non dal parlare di Dio, ma dal parlare a Dio!”. I Santi, infatti, quasi continuamente parlavano a Dio, trascorrendo in preghiera tutto il tempo libero dai loro doveri. Così san Luigi Gonzaga e san Giovanni Bosco pregavano almeno 5 ore al giorno. San Luigi IX, re di Francia, da 6 a 7 ore. San Gaetano di Thiene, da 7 a 8 ore. Santa Margherita, regina di Scozia e santo Stefano, re d’Ungheria, pregavano tutta la notte. Santa Rosa da Lima arrivò a pregare fino a 12 ore…Che dire poi di san Pio da Pietrelcina, il cappuccino stimmatizzato del Gargano, il quale recitava circa 100 corone del Rosario ogni giorno?...
Ricordiamo per l’entrante settimana:
Domenica 14 ottobre: Ore 18.30 Solenni Mattutini dei Defunti
Lunedì 15 ottobre : Giornata del Suffragio
Ore 08.30 S.Rosario per i Defunti
Ore 09.00 S.Messa d’orario a suffragio dei parocchiani e benefattori defunti
Ore 18.30 S.Rosario per i Defunti
Ore 19.00 S.Messa cantata da “Requiem” in latino a suffragio dei parocchiani
e benefattori defunti
Prosegue, quotidianamente, durante la settimana alle ore 18.30, la consueta Funzione Mariana.
Giovedì 18 ottobre: Festa di S.Luca Evangelista
Ore 09.00 S.Messa d’orario con cantici
Venerdì 19 ottobre: Ore 19.30 Concerto d’organo del M° Luca Sari
SalutandoVi,paternamente Vi benedico
Don Stefano Canonico
NOTE:
- Il Parroco è a disposizione dei Fedeli dopo ogni S.Messa o per appuntamento
- L’Ufficio parrocchiale è aperto ogni mercoledì non festivo dalle ore 9.30 alle ore 12.00
Chi desidera comunicare Via E-Mail con il nostro Ufficio parrocchiale può digitare
l’indirizzo: beata.vergine.rosario@gmail.com
Se desiderate conoscere la storia della nostra chiesa sono disponibili in sacrestia i libretti in
lingua italiana e tedesca
Si possono acquistare in sacrestia le piccole acquasantiere con l’immagine della nostra
Madonna del Rosario, e ancora alcuni rosari sempre con l’immagine della Madonna del
Rosario
Sono disponibili ancora alcuni libri: “FRANCESCO” Il nome di Dio è misericordia
Da lunedì a venerdì alle ore 8.30 si recita la Coroncina del Santo Rosario
- GRAZIE a coloro che hanno già dato e continueranno a dare l’offerta mensile per la
musica.
-AUSPICABILE il contributo mensile di tutti i fedeli per la musica.
Sosteniamo la nostra Corale Parrocchiale.
Il Signore Vi ricompensi.
- Grazie a quanti daranno un contributo per l’acquisto della statua di San Giuseppe.
- la nostra chiesa vive soltanto con le offerte dei fedeli:
Un grazie ai benefattori!
perché le spese da sostenere sono sempre tante ( spese gestionali, manutenzione
ordinaria e straordinaria ) per poter mantenere la chiesa in modo tale da “aiutare
chiunque entra in questo luogo Sacro a prendere coscienza della Bellezza di Dio”
- Le offerte possono essere consegnate direttamente al parroco o a chi per lui presente in
sacrestia. Con l’intenzione e il nominativo. Grazie
- Per eventuali bonifici o versamenti presso la FriulAdria Credit Agricole – via Mazzini 7 –
34121 Trieste: conto corrente 400855/12 – codice IBAN IT68I0533602207000040085512
Sarebbe gradito l’indirizzo del Benefattore per poterlo ringraziare
- Chi è interessato a consultare il “Blog” della parrocchia, su internet può digitare l’indirizzo:
<<www.beataverginedelrosariotrieste.com
(SECONDO IL RITO ROMANO ANTICO: DOMENICA XXI DOPO PENTECOSTE, Mt 18,23-35)
14 OTTOBRE 2018
Come già da diversi anni, durante tutto il Mese di Ottobre, si proporrà una riflessione sulla stupenda preghiera del S.Rosario.
Quest’anno mediteremo i Misteri Gaudiosi:
Il Rosario è la preghiera più bella, la più cara a Maria, la più cara a chi ama Maria.
La Madonna stessa ci ha fatto sapere quanto le sia gradita la recita del Rosario. A Lourdes, a Fatima Ella è apparsa col Rosario tra le mani ed ha esortato vivamente a recitarlo. Come dubitare dunque della validità, della bellezza, dell’efficacia di questa preghiera?
Eppure tanti, quando sentono parlare di Rosario, arricciano il naso e lo considerano per lo meno una preghiera anacronistica per i nostri giorni e adatta semmai a vecchie bigotte. Ma mostrano con ciò di non aver capito lo spirito del Rosario.
Il Rosario non è soltanto una preghiera vocale, non è una meccanica ripetizione di parole. Il Rosario è anche meditazione, preghiera dell’anima. Sullo scorrere delle Ave Maria…Santa Maria…, mentre le labbra ripetono il saluto dell’Angelo la mente ed il cuore si soffermano nella contemplazione dei Misteri: delle verità belle e consolanti della Fede, che ci parlano della missione redentrice di Gesù. Così, ancora una volta Maria ci porta a Gesù.
E’ vero che tante volte il nostro Rosario si riduce a ben povera cosa, la mente si perde dietro mille distrazioni, le parole sembrano scivolare meccanicamente, e allora verrebbe voglia di rinunciare, e ci si domanda: ma ne vale la pena?
Proprio in risposta a questa domanda veniva raccontato su una rivista un graziosissimo episodio, che dovrebbe rincuorarci e muoverci a una dolce fiducia nell’affettuosa tenerezza della Mamma nostra celeste.
Si raccontava dunque una scenetta vista ai giardini pubblici. Un bimbo di pochi anni raccoglie dei fiorellini sul prato, e la mamma seduta sull’erba lo segue con sguardo vigile e affettuoso. Il bimbo è impegnato in qualcosa di molto importante: vuole fare un bel mazzolino di fiori per la sua mamma e i fiori che coglie li conserva nel grembiulino che tiene alzato con la mano. Ma non si accorge che i fiori messi in seno da una parte gli cadono dall’altra. Così, quando tutto orgoglioso si reca dalla mamma per farle il suo dono, nell’aprire il grembiulino che dolorosa sorpresa!...I fiori sono scomparsi. Il bimbo si guarda intorno smarrito e guarda la mamma tutto mortificato, sul punto di scoppiare in pianto. Ma la mamma ha capito tutto. Depone il suo lavoro, rapidamente si alza raccoglie i fiori sparpagliati sul prato, poi torna a sedere vicino al bimbo: “Hai visto, amore, come ho fatto presto? Eccoli, sono tutti qui”. E prende il bimbo sulle ginocchia fa un mazzetto con i fiori e sta per appuntarglielo all’occhiello. Ma il bimbo protesta: “No, mamma, sono per te!”, e la mamma un po’ pavoneggiandosi si attacca il mazzetto sul seno…”Così?” “sì, così. Sei più bella mammina”; e fa l’atto di buttarsi a baciarla. Ma la mamma, lo ha già prevenuto stringendolo al petto.
“Con che impeto di gioia – commentava il narratore – quella mamma si è messa a recuperare i fiorellini raccolti per lei dal suo piccolo, e da questi creduti per un momento dispersi. Con quanta sollecitudine ne ha risparmiato il rammarico! Perché non pensare che possa fare altrettanto per noi quell’altra Mamma?... Sarebbe forse meno ricca di tenerezza?”. Perché allora rinunciare alla recita del Rosario? E’ vero, vorremmo offrire qualcosa di bello alla Mamma nostra, vorremmo che le nostre “Ave Maria” fossero come fiori di un bel mazzo di rose da presentarle, e invece alla fine ci pare d’essere a mani vuote. Ma non sarà pronta Lei a raccogliere ciò che noi credevamo perduto? Se noi le distrazioni non le cerchiamo, né le vogliamo, ma nonostante i nostri sforzi stanno ad importunarci, la Madonna non sarà contenta ugualmente, almeno di quel nostro sforzo e del desiderio di stare con Lei e mostrarle il nostro affetto?
Quante occasioni potremmo sfruttare per queste piccole prove d’amore. In autobus, in treno, camminando per la strada, nella fila davanti a uno sportello…Certo, allora sarà ancora più difficile evitare le distrazioni, e quelle decadi di “Ave Maria” disseminate lungo la giornata ci sembreranno
ancora più povere. Ma con quanta tenerezza Ella guarderà al nostro desiderio, al nostro sforzo di non dimenticarla, di intrattenerci con Lei. Penserà Lei a raccogliere le nostre “Ave Maria” e a separarle dalle nostre distrazioni, per farne quel mazzo di fiori che noi non siamo stati capaci di fare. Penserà Lei, certamente: e ci stringerà sul suo Cuore.
I Mistero Gaudioso: L’Annuncio dell’Angelo a Maria
Ecco il primo quadro che si presenta alla nostra meditazione, e la mente si perde nell’infinità del mistero, e l’anima trabocca di riconoscenza e di amore: Dio si fa uomo, assume la nostra natura; il Verbo si incarna per la salvezza e la redenzione nostra. E Maria è eletta ad essere Madre di Dio. Colei che genererà il Verbo secondo la natura, il tramite dell’Incarnazione.
Ma l’Incarnazione non avverrà senza il consenso della sua volontà. Dio rispetta troppo la dignità e libertà dell’uomo per fare a meno di questo consenso, e perciò invia a Maria l’Angelo che reca l’annuncio della divina Maternità.
Cerchiamo un poco di penetrare le profondità di questa scena; cerchiamo di penetrare la disposizione d’animo della Vergine Santa al momento dell’Annunciazione, per cogliere gli insegnamenti di Colei che, accettando di diventare la Madre di Dio, è diventata anche la Mamma nostra dolcissima.
Perché, se diciamo di amare Maria, ma poi non ci sforziamo anche di conoscerla e imitarla, e di mettere in pratica gli esempi che da Lei ci vengono, siamo nel falso e la nostra devozione resterà sempre qualcosa di esteriore, formale, sterile.
L’Angelo inviato a Maria la trova raccolta in solitudine: prega.
Ecco l’insegnamento primo che ci viene dalla Mamma nostra. Pensiamo a quale doveva essere la sua preghiera, quale il raccoglimento, quale l’amore, quale il fervore. Preghiera che suscita l’ammirazione degli Angeli, e fa dolce violenza al Cuore di Dio e l’attrae ad incarnarsi nel suo seno purissimo.
Veramente la Vergine è il modello delle anime oranti e noi dovremmo avere sempre il suo esempio sotto gli occhi quando ci raccogliamo in preghiera. Ma sappiamo poi trovarlo il tempo di raccoglierci in preghiera? Sappiamo trovare nel ritmo, a volte convulso, delle nostre giornate i momenti di pausa in cui innalzare l’anima a Dio per iniziare con Lui un soave colloquio? Ma poi, anche se sappiamo trovarlo questo tempo, quante distrazioni, quante preoccupazioni, quanti futili pensieri ci ingombrano la mente e lo spirito e ci impediscono di raccoglierci!
Oh, allora guardiamo a Lei, a Lei raccolta in preghiera, e a Lei chiediamo che ci faccia comprendere la grandezza, la bellezza, la necessità della preghiera, che è respiro stesso dell’anima e senza la quale la vita soprannaturale languisce e si inaridisce. Chiediamo a Lei, che meglio di ogni altro ne ha conosciuto il valore, a lei che ha innalzato la preghiera più perfetta e più gradita a Dio, dopo quella di Gesù, la grazia di pregare, e pregare bene, e di pregare tanto. Pregare non soltanto, per chiedere, ma anche per lodare Dio e per rendergli grazie dei suoi benefici.
Preghiera dunque di lode, di ringraziamento, di impetrazione, unita alla preghiera di Maria, perché la presenti Lei al Figlio suo, e supplisca coi suoi meriti alla nostra miseria e imperfezione.
L’Angelo dunque trova Maria raccolta in solitudine, ed “entrato da Lei” così la saluta: “Ave, piena di grazia, il Signore è con te” (Lc 2,28)
“Piena di grazia”, quasi fosse il suo nome proprio, ad indicare nella Vergine Colei che è in stabile possesso di una pienezza di grazia, già prima che le venga annunziata la divina Maternità.
Maria però si turba a tali parole, ci dice il testo evangelico, e si domanda il significato di un simile saluto. Ed è, questa, la reazione della sua umiltà profondissima, che dovette farle sembrare ben strano lo straordinario saluto.
L’Angelo intanto le comunica il grande annuncio: Dio vuole che Ella diventi la Madre del Salvatore, e Maria, pronta ad aderire totalmente al piano divino, risponde il suo “Fiat”: “Ecco l’ancella del Signore, si faccia di me secondo la tua parola”.
La Vergine si dichiara, dunque, l’”ancella” del Signore, volendo così esprimere la sua dedizione totale e assoluta alla Volontà divina. Ella non è mossa da altro impulso che quello di servire Dio, quindi non lavorare che per Lui, per piacergli, per fare la sua Volontà, per soddisfare i suoi desideri, collaborare ai suoi disegni, procurare la sua gloria. E con il suo “Fiat ” generoso Ella accetta totalmente il piano divino, senza riserve, perché la sua volontà è totalmente unita alla Volontà di Dio.
Ancora una volta Maria si mostra modello ed esempio nostro.
Di fronte alle divine chiamate, alle sollecitudini della Grazia, agli inviti del Signore, inviti alla sofferenza, al sacrificio, al dono di sé, ciascuno di noi dovrebbe rispondere con un “Fiat” generoso e senza riserve.
Invece, quante debolezze, quante esitazioni, quanti rifiuti!
Allora, guardiamo ancora Maria, ed ancora supplichiamola di soccorrerci col suo aiuto, perché ci faccia aderire totalmente al piano divino su di noi, perché Lei ci aiuti sempre a rispondere ad ogni manifestazione del divino volere, prontamente e generosamente: “Ecco l’ancella del Signore, si faccia di me secondo la tua parola”.
Virtù da praticare: La preghiera
ESEMPIO
Un giorno Ruggero Bonghi, letterato e filosofo napoletano disse a un sacerdote suo amico:”Voi mi conoscete male. Sappiate che, tra i laici, io sono uno di quelli che più hanno parlato di Dio”. Il sacerdote gli diede una risposta che lasciò il filosofo pensoso:”I buoni cristiani si riconoscono non dal parlare di Dio, ma dal parlare a Dio!”. I Santi, infatti, quasi continuamente parlavano a Dio, trascorrendo in preghiera tutto il tempo libero dai loro doveri. Così san Luigi Gonzaga e san Giovanni Bosco pregavano almeno 5 ore al giorno. San Luigi IX, re di Francia, da 6 a 7 ore. San Gaetano di Thiene, da 7 a 8 ore. Santa Margherita, regina di Scozia e santo Stefano, re d’Ungheria, pregavano tutta la notte. Santa Rosa da Lima arrivò a pregare fino a 12 ore…Che dire poi di san Pio da Pietrelcina, il cappuccino stimmatizzato del Gargano, il quale recitava circa 100 corone del Rosario ogni giorno?...
Ricordiamo per l’entrante settimana:
Domenica 14 ottobre: Ore 18.30 Solenni Mattutini dei Defunti
Lunedì 15 ottobre : Giornata del Suffragio
Ore 08.30 S.Rosario per i Defunti
Ore 09.00 S.Messa d’orario a suffragio dei parocchiani e benefattori defunti
Ore 18.30 S.Rosario per i Defunti
Ore 19.00 S.Messa cantata da “Requiem” in latino a suffragio dei parocchiani
e benefattori defunti
Prosegue, quotidianamente, durante la settimana alle ore 18.30, la consueta Funzione Mariana.
Giovedì 18 ottobre: Festa di S.Luca Evangelista
Ore 09.00 S.Messa d’orario con cantici
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SalutandoVi,paternamente Vi benedico
Don Stefano Canonico
NOTE:
- Il Parroco è a disposizione dei Fedeli dopo ogni S.Messa o per appuntamento
- L’Ufficio parrocchiale è aperto ogni mercoledì non festivo dalle ore 9.30 alle ore 12.00
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Madonna del Rosario, e ancora alcuni rosari sempre con l’immagine della Madonna del
Rosario
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Da lunedì a venerdì alle ore 8.30 si recita la Coroncina del Santo Rosario
- GRAZIE a coloro che hanno già dato e continueranno a dare l’offerta mensile per la
musica.
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Sosteniamo la nostra Corale Parrocchiale.
Il Signore Vi ricompensi.
- Grazie a quanti daranno un contributo per l’acquisto della statua di San Giuseppe.
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Un grazie ai benefattori!
perché le spese da sostenere sono sempre tante ( spese gestionali, manutenzione
ordinaria e straordinaria ) per poter mantenere la chiesa in modo tale da “aiutare
chiunque entra in questo luogo Sacro a prendere coscienza della Bellezza di Dio”
- Le offerte possono essere consegnate direttamente al parroco o a chi per lui presente in
sacrestia. Con l’intenzione e il nominativo. Grazie
- Per eventuali bonifici o versamenti presso la FriulAdria Credit Agricole – via Mazzini 7 –
34121 Trieste: conto corrente 400855/12 – codice IBAN IT68I0533602207000040085512
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