Beata Vergine del Rosario - Trieste
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Domenica XXVII del tempo ordinario

11/9/2016

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DOMENICA XXIV DEL TEMPO ORDINARIO
(SECONDO IL RITO ROMANO ANTICO: XVII DOPO PENTECOSTE, Mt 22,36­46)
11 SETTEMBRE 2016
Vangelo: Lc 15,1­32
I farisei e gli scribi si stavano lamentando perché non volevano accettare che Cristo fosse diventato uomo così da poter salvare pubblicani e peccatori, imitavano il comportamento degli Israeliti nel deserto.
Le due parabole sono state scritte per guarire le nostre ferite dal momento che rappresentano il rimedio divino che giunge dalla Trinità: il padre rappresenta Dio Padre, il pastore Cristo, e la donna la Chiesa. Il pastore mostra la virtù della pazienza cercando la pecora, come il padre aspetta con pazienza che il suo figliol prodigo torni a casa. Il pastore, ossia Dio, non può dimenticarsi di noi, neppure del più piccolo, ed infatti nessuno conta, persone o cose, se non per il fatto che le vuole custodire. Egli deve portare la pecora sulle spalle sino al villaggio e tuttavia gioisce, le sue spalle sono le braccia della Croce che reggono con pazienza il peso della reintegrazione, la pecora è ristorata dalla dura realtà del deserto, è portata in prati lussureggianti vicino ad acqua corrente. Il buon Pastore che ristora la pecora dal suo vagare è il padre che accoglie il figlio con festeggiamenti; c’è gioia e festa per la reintegrazione di un peccatore perduto che era fatto ad immagine di Dio il quale è ritornato alla Chiesa che celebra una festa. Tutti i Cieli si rallegrano per la conversione di un peccatore, il Padre concede a tutti i battezzati i doni del Regno. Noi siamo la pecora del pastore, la moneta preziosa con l’immagine del Re ed il figlio per il quale Egli ha preparato il Suo banchetto.
La parabola del figliol prodigo chiama gli scribi ed i farisei a rallegrarsi per il pentimento e per la reintegrazione dei peccatori. L’identificazione dei due figli è problematica; molte sono le ipotesi compresa quella secondo cui il fratello maggiore rappresenterebbe i Giudei ed il figliol prodigo i Gentili. Il figlio più giovane si è meritato di perdere i privilegi di un figlio, lasciare la casa del proprio padre significa allontanarsi da se stessi in un paese lontano, è come abbandonare la Chiesa, separarsi da Cristo per andare in una terra di tenebre che lo priverà dei suoi beni, concedersi al regno della lussuriosa passione corrisponde all’essersi consegnati al regno delle tenebre. La fame che egli prova è la fame per la Parola di Dio, il suo essere affamato deriva dal non ricevere il nutrimento spirituale che conduce ad una vita piena ed abbondante. La sua disperazione lo porta ad unirsi a un cittadino di questo paese che deve essere un pagano dal momento che possiede dei maiali, un uomo che è l’equivalente del principe di questo mondo. L’ironia è che ha dato lo splendore della casa di suo padre in cambio di un letto tra i maiali. Come se non bastasse è anche così disperato per il cibo che comincia a desiderare quello dei maiali, alimento non appetibile e non nutriente, come il cibo offerto dal diavolo. Malgrado il suo peccato, lo Spirito non si è allontanato da lui ed egli è ancora un figlio che conosce l’amore e la misericordia di suo padre. Ritornare alla casa del padre significa ritornare al Paradiso ed essere ricongiunto ai propri cari, questa è la prima confessione in cui cerca la riconciliazione con il padre. Seguendo il modello della preghiera del Signore, il figliol prodigo dichiara che suo Padre nei Cieli conosce i suoi peccati, la sua confessione è indirizzata tanto al padre terreno quanto al Padre celeste. Egli non è più degno di essere chiamato figlio e vuole andare come un lavoratore alla vigna. Uno è figlio per la nascita, amico per la virtù, servo per il lavoro e schiavo per la paura. Il padre dà inizio alla reintegrazione del figlio correndogli incontro, gettandogli le braccia al collo e dandogli il bacio della riconciliazione. La descrizione di Gesù delle azioni del padre è un ritratto di una grazia completa e totale, di un amore incondizionato che ci giunge attraverso l’azione
del Padre mandandoci Suo Figlio con l’Incarnazione. Il villaggio vedrà che il figlio è stato riaccolto nella casa del padre dal momento che ha ricevuto l’anello dell’onore ed i sandali che lo riportano alla condizione di figlio. Il padre ha riaccolto il figliol prodigo alla festa divina in qualità di suo figlio e Cristo, come il vitello grasso, è sacrificato solo al momento dell’ordine del Padre per procurarci il cibo quotidiano. Già nell’offerta dell’incenso da parte di Zaccarìa nel tempio, il vitello grasso è presente come Colui che sarà offerto in sostituzione del figlio più giovane. Adamo che si era perso nel peccato, è ora ritornato in Cristo e questo avviene anche per i Gentili che erano morti ed ora sono in vita. Sebbene alcuni commentatori dicano che il fratello maggiore rappresenti Israele, è difficile fare questa identificazione. Egli si pone al di fuori della Chiesa dei Gentili, come i Giudei che ascoltano la musica di salvezza ma si rifiutano di entrare nella Chiesa. Questo figlio maggiore è sempre con il padre, dal momento che è parte della stirpe dei santi dell’Antico Testamento; Cristo è nato per il fratello maggiore.
S.Cirillo di Alessandria, Tertulliano, S.Ambrogio, S.Massimo di Torino, Prudenzio, S.Basilio di Cesarea, S.Pietro Crisologo, S.Agostino, Filosseno di Mabbug, S.Efrem il Siro, S. Atanasio, S.Ireneo)
Questa settimana è particolarmente ricca di importanti festività:
Lunedì 12 settembre ricorre la Festa del Nome Santissimo di Maria : “Essa deve la sua origine alla devozione dei fedeli e la Santa Sede l’approvò la prima volta per la diocesi spagnola di Cuenca nel 1513. In occasione poi della liberazione di Vienna dai Turchi, Innocenzo XI la estese nel 1683 a tutta la Chiesa, fissandola alla domenica dopo l’8 settembre; la riforma di S.Pio X la portò al 12 di questo mese”.
Mercoledì 14 si festeggia l’Esaltazione della S.Croce
La Festa in onore della Croce venne celebrata la prima volta nel 335, in occasione della dedicazione delle due basiliche costantiniane, quella del “Martyrium” o “Ad Crucem” sul Golgota, e quella dell’”Anastasis” cioè della Risurrezione. La dedicazione avvenne il 13 dicembre, secondo altre fonti il 14 settembre. Con il termine “esaltazione” che traduce il greco “hypsòsis” la Festa passò anche in Occidente ed a partire del sec. VIII essa voleva commemorare il recupero della preziosa Reliquia fatto dall’Imperatore Eraclio (610 ­ 641) nel 628. Cosroe I, Re di Persia, sotto pretesto di vendicare l’imperatore Maurizio trucidato da Foca, si mosse con un grande esercito contro quest’ultimo ed in poco tempo si impadronì della Siria e della Palestina mettendo a ferro e a fuoco tutto l’Oriente. Eraclio figlio dell’esarca (governatore) dell’Africa sostenuto dal favore del popolo stanco della tirannide di Foca approda con un’armata navale a Costantinopoli dove sconfigge le truppe nemiche ed impadronitosi del tiranno lo fece giustiziare. In quello stesso giorno, 5 ottobre 610, il Patriarca di Costantinopoli, Sergio, solo rappresentante dell’ordine legale, incorona Eraclio Imperatore nella chiesa di S.Stefano nel palazzo di Dafne. Appena ottenuta questa vittoria cercò di stipulare la pace con Cosroe perché senza altro spargimento di sangue si ritirasse in Persia. Ma Cosroe, reso superbo dalle prime conquiste, rifiutò ogni condizione, fece nuove scorrerie, strinse d’assedio Gerusalemme e conquistatala nel 614 portò in Persia come preda di guerra i personaggi più illustri della città fra cui il Vescovo Zaccaria ed i più preziosi tesori tra i quali, il più insigne, la Croce su cui fu inchiodato Nostro Signore Gesù Cristo ritrovata tre secoli prima, circa, dalla pia Imperatrice S.Elena. Allora Eraclio decise di risolvere definitivamente la drammatica situazione e confidando nella protezione celeste partì con le sue truppe per la Persia. La sua marcia fu un continuo trionfo e sconfitti i nemici che d’allora non riacquistarono mai più il loro primo splendore, costrinse alla fuga Cosroe che fu ucciso dal figlio Siroe sorte che a suo tempo aveva riservato al padre Ormisda facendolo morire a bastonate. Debellati, così, i suoi nemici, Eraclio cedette alle istanze di Siroe che domandava la pace e la prima condizione che gli impose fu quella di restituire tutto quanto suo padre aveva depredato in Palestina, specialmente la S.Croce. Portata trionfalmente a Costantinopoli nel 628 fra le acclamazioni di tutto il popolo, finalmente, l’anno seguente, dall’Imperatore stesso venne riportata a Gerusalemme. Eraclio voleva
personalmente ricollocarla nella basilica che Costantino aveva fatto erigere sul Calvario, ma arrivato alla porta che introduce al Sacro Monte si sentì bloccare i passi da una forza misteriosa. Allora il Vescovo Zaccarìa che lo accompagnava fece presente al sovrano il perché di tale fatto prodigioso. L’Imperatore, disse il Vescovo, era vestito in modo sfarzoso e quindi non consono nei confronti del Salvatore che lì, in mezzo a tante umiliazioni e sofferenze aveva portato la Croce. Eraclio depose subito le insegne imperiali, si vestì di un abito penitenziale e solo allora potè compiere il gesto di ricollocare la S.Croce là da dove 14 anni prima era stata asportata.
Per quanto concerne la data della Festa, 14 settembre, la questione è un po’ complessa. Il ritrovamento della S.Croce da parte di S.Elena si fa risalire al 14 settembre 326, da allora il giorno dell’”Invenzione” (ritrovamento) della Croce fu celebrato con grande solennità a Gerusalemme e da questa città a poco a poco la Festa si estese a tutto l’Oriente sotto il nome di “Esaltazione della Croce”. Il 3 maggio 629, a seguito della vittoria sui Persiani, l’Imperatore Eraclio riportava il Legno della Croce a Gerusalemme. Per ricordare questo avvenimento in Oriente non fu introdotta nessuna nuova Festa mentre in Occidente fu subito istituita una Festa il 3 maggio sotto il titolo di “Invenzione della S.Croce”, rimasta in vigore fino alla riforma liturgica voluta dal B. Giovanni XXIII nel 1962, mentre quella del 14 settembre divenne nota solo nell’VIII secolo. La suddetta riforma liturgica lasciò in vigore solo la Festa del 14 settembre sotto il titolo di “Esaltazione della S.Croce” che permane tuttora. Purtroppo, però, delle preziose Reliquie della S.Croce si persero definitivamente le tracce nel 1187 quando vennero tolte al Vescovo di Betlemme che le aveva portare nella battaglia di Hattin dove il Sultano Salah Ad­Din, conosciuto come “il Saladino”, sgomina l’esercito crociato guidato dall’avventuriero Guido di Lusignano usurpatore del trono di Gerusalemme alla morte del cognato Baldovino IV. Per cui oggi le sole Reliquie Insigni della Croce di Cristo si trovano nella sacra stauroteca della basilica di S.Croce in Gerusalemme a Roma.
La benedizione del mare con il SS.Sacramento dove Gesù è presente in corpo, sangue, anima e divinità, veramente, realmente e sostanzialmente è una supplica ed un auspicio perché ogni realtà del Creato, ogni suo elemento, redento dal Sangue del Salvatore, venga ad essere beneficato dal dono costante della Sua benevolenza e della Sua pace.
Il Demonio vinto dall’onnipotenza di Dio, receda travolto inesorabilmente, dalle nostre anime, dalle nostre abitazioni e da tutti quei luoghi in cui per vari motivi veniamo a trovarci.
La Vergine Maria, Madre Addolorata a cui siamo stati affidati dal Figlio morente sulla Croce e che, incoronata Regina del Cielo e della Terra nella gioia del Paradiso, non cessa, premurosa, di prendersi sempre cura di noi ed i cui desideri e richieste sono sempre esauditi dalla SS.Trinità ci ottenga ora e sempre le grazie necessarie per raggiungere, al termine dei nostri giorni, la Patria Beata. E vogliamo concludere con il motto che tanto onore fa all’Ordine dei Certosini e che è assoluta certezza di verità: “Stat Crux dum volvitur orbis” (La Croce sola rimane mentre tutto il mondo cambia).
Infine giovedì 15 settembre celebreremo con solennità la B.V. Maria Addolorata
Maria sofferse indicibili pene e fu trafitta nell’anima da una spada di dolore per diventare misericordiosa. Il Suo martirio fu il più lungo: perché sempre contemplava nel Suo spirito la Passione del Figlio Suo ed il peccato cagione di tale Passione, offesa alla Divina Maestà, rovina eterna delle anime. Il Suo martirio fu il più penoso: esso nasceva dall’amore al Figlio, a Dio, alle anime. E quanto più amava tanto più penava; e quanto più si accendeva il fuoco della carità tanto più la spada del dolore penetrava nella Sua anima. Il Suo dolore fu universale. Ogni pena di Gesù si rifletteva nel cuore di Maria, i chiodi, le spine, i flagelli, il tradimento, l’abbandono. Tutti i peccati degli uomini nel loro numero e malizia si riflettevano nel Suo cuore. Come sofferse la SS.Vergine: con pieno abbandono nel divino volere; meglio di tutti i Santi diceva:” Non sia fatta la mia, ma la Tua volontà, o Signore”:
Sofferse in unione a Gesù Redentore: Ella, era Corredentrice. Sapeva che questa era la Sua missione: dare una soddisfazione degna per il peccato, riaprire il Cielo, salvare gli uomini. Adempì questo Suo ufficio dal presepio di Gesù. Accoglieva ogni nuova pena come cosa dovutaLe, come parte del Suo ufficio: e non l’avrebbe cambiato con nessun altro stato di vita. Sofferse in amoroso silenzio. Come Gesù andava a morire senza un lamento. Amava e taceva. Fu di esempio alle pie donne, agli Apostoli, ai Martiri di ogni tempo.
L’apostolato della sofferenza supera ogni altro: perché meglio ci associa all’opera del Salvatore, perché è più efficace innanzi a Dio, perché mostra un vero e profondo amore alle anime, perché è proprio dei cuori generosi, delle anime amanti. E’ pure la via sicura per la santificazione: “Chi vuol venire dietro di me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua”. Quando si ama sino al sacrificio accettato volentieri, non vi è dubbio che si è davvero con Dio.
Onoreremo anche la Vergine Addolorata il 18 settembre p.v., III domenica di settembre, data stabilita per questa celebrazione dal Papa Pio VII, prima che il S.Pontefice Pio X la fissasse come definitiva al 15 settembre, soprattutto durante la funzione vespertina domenicale delle ore 18.30.
Vogliamo ancora ricordare che ci avviciniamo al grande appuntamento della nostra Festa Patronale che celebreremo il 1° e 2 ottobre p.v., I^ Domenica del Mese, e quest’anno con particolare solennità poiché si apriranno ufficialmente i festeggiamenti per il 650° anniversario del Titolo di “Cappella Civica” che la nostra chiesa viene ad ereditare dopo la demolizione di quella antica di S.Pietro che si trovava nell’attuale Piazza Unità.
Avremo l’onore di avere tra noi oltre il nostro Vescovo Mons. Giampaolo Crepaldi, S.Em. Revma il Sig. Cardinale Raymond Leo Burke, Patrono del sovrano Militare Ordine di Malta.
In sintesi le celebrazioni saranno le seguenti:
Mercoledì 28 – giovedì 29 – venerdì 30 settembre
Triduo in preparazione alla Festa
Ore 09.00 S.Messa d’orario con cantici e preghiere alla Madonna del Rosario

Sabato 1 ottobre: Ore 17.30 S.Rosario presieduto da S.Em.Rev.ma il Card. Burke
Ore 18.00 Vesperi Pontificali della Solennità della B.V. del Rosario celebrati da

S.Em. Rev.ma il sig. Cardinale Raymond Leo Burke del Titolo di S.Agata dei Goti, Protettore del Sovrano Militare Ordine di Malta alla presenza delle autorità Religiose e civili e Militari di Trieste. (E’ presente la nostra Cappella Corale diretta dal M° Cav. Elìa Macrì)
Al termine S.Messa in latino letta (assolve il precetto festivo).
Domenica 2 ottobre: Ore 09.00 Arrivo del Cardinale, canto dell’Ora di Terza e vestizione
Ore 09.30 S.Messa Pontificale celebrata da S.Em. Rev.ma il Card. Burke.

(E’ presente la nostra Cappella Musicale diretta dal M° Cav. Elìa Macrì ed il Coro finlandese “Condomino” che eseguiranno la “Messa in Si minore di Johann Sebastian Bach (1685­1750). Il “Proprio” della Messa sarà eseguito in gregoriano.
Ore 17.30 S. Messa d’orario in italiano
Ore 18.30 Solenne processione con la statua della Madonna per le vie della nostra Parrocchia presieduta da S.E. Rev.ma Mons. Giampaolo Crepaldi Arcivescovo­Vescovo di Trieste. Al rientro Benedizione Eucaristica.
Maggiori dettagli saranno forniti nella prossime settimane.
Ricordiamo per l’entrante settimana:
Domenica 11 settembre: ore 17.30 S.Messa cantata in latino. Al termine processione Eucaristica per le vie della nostra parrocchia (via di Tor Bandena, via del Teatro Romano, via S.Spiridione, via S.Nicolò, via Cassa di Risparmio, piazza della Borsa, via Einaudi, piazza Verdi, passo di piazza A.fonda Savio, piazza Unità d’Italia, riva Tre Novembre, Molo Audace (andata e ritorno) Riva Tre Novembre, piazza Unità d’Italia, via Malcanton, via del Teatro Romano, via del Rosario, piazza Vecchia), benedizione del mare e della parrocchia dal Molo Audace e rientro in chiesa dove sarà impartita la Benedizione Eucaristica.
Chi desidera potrà poi accostarsi al bacio della Reliquia della S.Croce.(E’ presente la nostra Cappella Corale diretta dal M° Cav. Elìa Macrì).
Lunedì 12 settembre: Festa del Nome Santissimo di Maria Ore 09.00 S.Messa d’orario con cantici
Mercoledì 14 settembre: Festa dell’Esaltazione della S.Croce Ore 09.00 S.Messa d’orario con cantici
Giovedì 15 settembre: Festa della B.V. Maria Addolorata Ore 09.00 S.Messa in latino cantata
Anticipiamo:
domenica 18 settembre , III di settembre. Domenica dell’Addolorata
Ore 18.30 Funzione Mariana solenne in onore di Maria Santissima Addolorata

SalutandoVi paternamente Vi benedico
Don Stefano Canonico
NOTE:
­ Il Parroco è a disposizione dei Fedeli dopo ogni S.Messa o per appuntamento
­ L’Ufficio parrocchiale è aperto ogni mercoledì non festivo dalle ore 9.30 alle ore 12.00
Chi desidera comunicare Via E­Mail con il nostro Ufficio parrocchiale può digitare l’indirizzo:
beata.vergine.rosario@gmail.com
­ Se desiderate conoscere la storia della nostra chiesa i nuovi libretti sono disponibili in sacrestia ­ Sono disponibili, in sacrestia, il libro di papa Francesco “IL NOME DI DIO E’
MISERICORDIA” e “LUCE SUI MIEI PASSI” libro su mons. Antonio Dessanti
­
GRAZIE a coloro che hanno già dato e continueranno a dare l’offerta mensile per la musica.
Chiunque può partecipare se desidera godere della musica e del canto della corale Parrocchiale (siamo spiacenti non poter ringraziare gli offerenti di cui non conosciamo l’ indirizzo – grazie da questo sito)
­ Si fa presente che la nostra chiesa non riceve contributi da nessuno e quindi vive con le offerte dei fedeli. Un grazie ai benefattori.
­ Le offerte possono essere consegnate direttamente al parroco o a chi per lui presente in sacrestia. Grazie
­ Per eventuali bonifici o versamenti presso la FriulAdria Credit Agricole – via Mazzini 7 – 34121 Trieste: conto corrente 400855/12 – codice IBAN IT68I0533602207000040085512
­ Chi è interessato a consultare il “Blog” della parrocchia, su internet può digitare l’indirizzo:
<<www.beataverginedelrosariotrieste.com>> 

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