DOMENICA XXV DEL TEMPO ORDINARIO
(SECONDO IL RITO ROMANO ANTICO: DOMENICA XVI DOPO PENTECOSTE, Lc 14,1-11)
24 SETTEMBRE 2017
Vangelo: Mt 20, 1-16
La vigna è un luogo per la coltivazione delle virtù: gentilezza, castità, pazienza ed innumerevoli altre qualità; gli operai, che sono chiamati al lavoro ad ore differenti del giorno – all’alba, all’ora terza, alla sesta, alla nona e all’undicesima – sono coloro che si sono uniti alla Chiesa in età differenti avendo vissuto con giustizia. Con la parola “giorno” Gesù indica l’età intera durante la quale Egli richiama, in momenti differenti, a partire dalla trasgressione di Adamo, i giusti al loro pio lavoro, definendo la ricompensa a loro dovuta secondo le azioni che hanno compiuto. Dio uscì all’alba e chiamò Adamo e quelli che erano con lui; alla terza ora chiamò Noè e quelli con lui; alla sesta Abramo; alla nona Mosè e David. All’undicesima ora Egli chiamò i Gentili e giustamente il Signore dà a tutti “il proprio denaro” cioè la grazia dello Spirito. Nessuno deve lamentarsi della generosità di Dio nel consentire a coloro che hanno lavorato di meno di entrare nel Regno celeste, Dio non è meno buono, poiché noi, nella nostra visione distorta, pensiamo di essere stati trattati ingiustamente, il Paradiso non ammette gelosia né invidia. Come un operaio non viene impiegato solo perché abbia la possibilità di sfamarsi, così noi siamo stati chiamati da Cristo non solo per fare ciò che va a nostro personale vantaggio, ma anche per fare quanto concerne la gloria di Dio. Nel giorni del Giudizio finale, il Giudice divino separerà dai ranghi degli umili coloro che adesso si esaltano come capri, sulle corna del loro orgoglio.
(S.Giovanni Crisostomo, S.Cirillo di Alessandria, S.Gregorio Magno).
Oggi festeggiamo la Madonna della Mercede
La festa della Madonna della Mercede o Redenzione degli schiavi propria, dapprima, dell’Ordine della Mercede, fu poi estesa dal Papa Innocenzo XII (1691-1700) a tutta la Chiesa. Oggi questa Festa non compare più nel calendario liturgico con facoltà, però, di celebrarne la Messa come votiva in onore della Madonna. Le vicende che portarono all’istituzione di tale Festa e dell’Ordine dei Mercedari è particolarmente interessante.
Nella storia delle deportazioni un capitolo tristissimo e purtroppo non ultimo è quello riferito alle scorrerie dei Saraceni lungo le coste italiane e spagnole per il saccheggio e la cattura di uomini e donne, tradotti a forza sulla sponda africana per esservi venduti come schiavi e poi restituiti ai parenti dietro una forte somma per il riscatto. In questa calamità si inserisce a sua volta un capitolo di esaltante carità e di devozione mariana. A Barcellona, nella notte tra il primo e il due agosto 1218, la Madonna apparve al ventinovenne Pietro Nolasco, per invitarlo a fondare un Ordine religioso con lo scopo principale del riscatto dei prigionieri.
Pietro Nolasco, nato nella regione francese della Linguadoca verso il 1189, da nobile famiglia, rimasto privo di padre a quindici anni, si pose al seguito di Simone di Montfort nella crociata contro gli Albigesi; nello scontro con i bellicosi eretici cadde il Re d’Aragona, Pietro II, il cui primogenito ed erede al trono, Giacomo, contava appena sei anni. Pietro Nolasco ebbe il compito di maestro e di tutore del futuro Re d’Aragona, al quale impartì un’educazione religiosa improntata a una filiale devozione mariana. Fu in questo periodo che Pietro Nolasco, già impegnato con tutti i propri mezzi al riscatto dei cristiani, caduti nelle mani dei “Mori”, ebbe la visione della Vergine. Nacque così l’Ordine cavalleresco e religioso dei Mercedari, così detti perché particolarmente devoti della Madonna, che onorano sotto il titolo di S.Maria della Misericordia (una pala d’altare con questo titolo – Madonna della Misericordia – si trovava sull’altare della nostra chiesa al posto dell’attuale quadro), o della Mercede degli schiavi. La loro regola, redatta sotto la guida di S.Raimondo di Penafort, li vincola con un quarto voto a offrirsi come schiavi dei Musulmani, qualora sia necessario per liberare un Cristiano in pericolo di apostasia. Dei 26.000 prigionieri liberati dai Mercedari nel loro primo secolo di vita, ben 890 furono riscattati e ricondotti in patria da S.Pietro Nolasco. Ma egli non si limitava a contrattare con i Mori il prezzo del riscatto. Al ben più duro prezzo di patimenti, torture, prigionie, Pietro Nolasco predicava il Vangelo agli infedeli, mettendo in grave pericolo la propria vita.
Morì nel giorno di Natale del 1258, mormorando le parole del Salmo:”Il Signore ha redento il Suo popolo”. La prima immagine della Madonna che toccò il suolo americano fu quella della Vergine della Mercede, fatta dipingere dalla Regina Isabella la Cattolica e donata ai Mercedari che si recavano in missione a Santo Domingo.
Le attuali condizioni sociali non mutano il valore e l’importanza di quest’Ordine e del suo scopo poiché vi è una schiavitù terribile in cui tutti e sempre possiamo incappare che è quella del peccato per la cui liberazione, ottenutaci dal Sacrificio di Cristo sulla Croce, imploriamo sempre fiduciosi l’intercessione potente della Beatissima Vergine Maria, dei Santi e di tutti i nostri fratelli nella Fede.
Martedì prossimo, 26 settembre, festeggeremo i santi medici Cosma e Damiano martiri
Impariamo a conoscere e ad amare i Santi
Cosma e Damiano subirono il martirio a Ciro (Kyros, in Siria) probabilmente durante la persecuzione di Diocleziano agli inizi del IV sec. La data del 27 settembre giorno della loro festa liturgica, trasportata con la riforma del calendario liturgico al 26, corrisponde verosimilmente alla dedicazione della basilica che Papa Felice IV (526-530) fece erigere in loro onore nel Foro romano, ed è tuttora meta oltre che di pellegrini, di cultori d’arte per lo splendido mosaico che ne decora l’abside. La ricca e splendida famiglia fiorentina dei Medici, che per molti anni ha retto le sorti dell’operosa città, li scelse entrambi come patroni a motivo del nome, anche se nell’onomastica preferirono il primo dei due fratelli, Cosma o Cosimo. Dalle antiche testimonianze che risalgono al V sec. apprendiamo che i due fratelli cacciavano “tutte le infermitadi, non solamente da gli uomini, ma eziandio da le bestie, facendo tutto in dono”. Per questo motivo sono anche conosciuti con il termine greco di “anargiri”.
Non per le loro prestazioni gratuite, ma per la loro professione vennero scelti come patroni dei medici e dei farmacisti. Sempre secondo queste antiche testimonianze, Damiano, contravvenendo alla regola di carità, accetta la remunerazione di una donna da lui curata, di nome Palladia, e ciò provocò un severo rimprovero da parte del fratello che disse di non voler essere sepolto accanto a lui dopo la morte. Ci dovettero essere dei testimoni poiché dopo la loro decapitazione i cristiani pensarono di seppellire i loro due corpi alquanto lontani uno dall’altro. Ma un cammello, assumendo voce umana, gridò a gran voce di riunire i due fratelli, poiché Damiano, accettando il modesto onorario di Palladia, l’aveva fatto in nome della carità per non umiliare la donna.
Il prodigio non dovette stupire i presenti che avevano assistito al martirio dei due fratelli condannati alla lapidazione, le pietre rimbalzavano contro i persecutori; posti al muro per essere saettati da quattro cavalieri, anche i dardi “tornavano adrieto e fedierme molti, ma a Santi non facevano male veruno”. Si dovette ricorrere alla spada per la decapitazione, “onore” riservato ai cittadini romani, e soltanto così i due martiri, insieme ad altri tre fratelli poterono rendere la loro testimonianza a Cristo.
Il 29 settembre p.v. festeggeremo i Santi Arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele.
Il nuovo calendario ha riunito in una sola celebrazione i tre Arcangeli, Michele, Gabriele e Raffaele la cui festa cadeva rispettivamente il 29 settembre, il 24 marzo ed il 24 ottobre. Dell’esistenza di questi Angeli parla esplicitamente la Sacra Scrittura, che dà loro un nome e ne determina la funzione.
S.Michele, l’antico patrono della Sinagoga è ora patrono della Chiesa Universale; S.Gabriele è l’Angelo dell’Incarnazione e probabilmente dell’Agonia nel Giardino degli Ulivi; S.Raffaele è la guida dei viandanti.
S.Michele in particolare ebbe un culto fin dai primi secoli di storia del Cristianesimo. L’Imperatore Costantino gli eresse un santuario sulle rive del Bosforo, in terra europea, mentre Giustiniano glielo eresse sulla sponda opposta. La data del 29 settembre corrisponde a quella della consacrazione della chiesa dedicata nel V secolo a S.Michele al settimo miglio della via Salaria.
La festività si diffuse presto in Occidente e in Oriente. A Roma gli venne dedicato il celebre mausoleo di Adriano, conosciuto ormai col nome di Castel S. Angelo. A S.Michele è dedicato l’antico santuario, sorto nel VI sec, che dal monte Gargano, nelle Puglie, domina il mare Adriatico. All’altezza di questa chiesa l’8 maggio 663 i Longobardi riportarono vittoria nello scontro navale con la flotta saracena e la ricorrenza della vittoria, attribuita ad un’apparizione dell’Arcangelo, diede origine a una seconda festa, unificata poi al 29 settembre.
S.Gabriele “colui che sta al cospetto di Dio” (è il suo” biglietto di presentazione” quando si reca ad annunciare a Maria la sua scelta come madre del Redentore), è l’annunciatore per eccellenza delle divine rivelazioni. E’ lui che spiega al profeta Daniele come avverrà la piena restaurazione, dal ritorno dall’esilio all’avvento del Messìa. A lui è affidato l’incarico di annunciare la nascita del precursore, Giovanni, figlio di Zaccaria e di Elisabetta. La missione più alta che mai sia affidata a creatura è ancora sua: l’annuncio dell’Incarnazione del Figlio di Dio. Egli gode per questo di una particolare venerazione anche presso i Maomettani.
S.Raffaele, nominato in un solo libro della Scrittura, è l’accompagnatore del giovane Tobia, e per questo suo compito viene invocato come guida di quanti si pongono in viaggio. Egli ha suggerito al giovane protetto la ricetta per guarire il padre dalla cecità, perciò è invocato anche come guaritore (etimologicamente il suo nome significa infatti “Dio ha guarito”). La sua festa al 24 ottobre era entrata nel Calendario Romano soltanto nel 1921.
Ricordiamo per l’entrante settimana:
Domenica 24 settembre: ore 18.30 S.Rosario, breve catechesi e Benedizione Eucaristica
Martedì 26 settembre: Festa dei Santi Cosma e Damiano martiri
Ore 09.00 S.Messa d’orario con cantici
Mercoledì 27 settembre: Inizio del Triduo di preparazione alla Solennità della Madonna del
Rosario nostra celeste Patrona.
Ore 09.00 S.Messa d’orario con cantici. Al termine recita delle preghiere
composte dal B. Bartolo Longo alla B.V.del Rosario e canto del
“Salve Regina”
Giovedì 28 settembre: II^ giorno del Triduo di preparazione alla Solennità della Madonna del
Rosario nostra celeste Patrona
Ore 09.00 S.Messa d’orario con cantici. Al termine recita delle preghiere
composte dal B.Bartolo Longo alla B.V. del Rosario e canto del
“Salve Regina”
Venerdì 29 settembre: III^ giorno del Triduo di preparazione alla Solennità della Madonna del
Rosario nostra celeste Patrona
Festa dei SS.Arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele
Ore 09.00 S.Messa d’orario con cantici. Al termine recita delle preghiere
composte dal B.Bartolo Longo alla B.V del Rosario e canto del
“Salve Regina”
Ore 18.30 S.Messa in latino in onore di S.Michele organizzata dal Gruppo
Mikhaeliti del SS.Sacramento
Sabato 30 settembre : Ore 18.00 Vesperi solenni di apertura della Festa Patronale celebrati da
Mons. Marco Agostini cerimoniere pontificio
(E’ presente la nostra Cappella Musicale diretta dal M°Cav. Elìa Macrì che
eseguirà i salmi in falsobordone “alla francese”)
Ore 19.00 S.Messa d’orario in latino.
OGGI la S.Messa in italiano delle ore 17.30 e SOSPESA
Anticipiamo:
Domenica 1° ottobre: Festa esterna della Solennità della B.V. del Rosario nostra celeste Patrona
Ore 09.00 S.Messa d’orario
Ore 10.30 S.Messa solenne in latino celebrata da Mons. Marco Agostini
cerimoniere pontificio, alla presenza di S.Ecc. Rev.ma Mons.
Giampaolo Crepaldi Arcivescovo-Vescovo di Trieste che terrà
l’omelia ed impartirà la Benedizione Apostolica a cui è annessa
l’Indulgenza Plenaria. (E’ presente la nostra Cappella Musicale
diretta dal M° Cav. Elìa Macrì che eseguirà la “Missa in honorem
S.Nicolai” (Nikolaimesse) di F.J. Haydn (1732-1809 ) ed inoltre
l’”Exultate jubilate”, il “Sancta Maria” ed il “Laudate Dominum”
di W.A.Mozart (1756-1791) ed inoltre l’”Ecce Sacerdos” di
A.Bruckner(1824-1896)
Solisti: Ingrid Iellenz – Adriana Tomisic : soprano
Fabiana Polli: contralto
Raffaele Prestinenzi: tenore
Hao Wang: basso
Ore 12.00 Supplica alla Madonna di Pompei
Ore 17.30 S.Messa d’orario
Ore 18.30 Processione con la statua della Madonna per le vie della nostra parrocchia.
Al rientro solenne Benedizione Eucaristica
Al temine bacio della Reliquia della B.V. Maria
Al termine delle SS.Messe saranno benedette le rose in onore della Madonna del Rosario.
Augurando a tutti una proficua Festa Patronale Vi saluto e vi benedico paternamente
Don Stefano Canonico
(SECONDO IL RITO ROMANO ANTICO: DOMENICA XVI DOPO PENTECOSTE, Lc 14,1-11)
24 SETTEMBRE 2017
Vangelo: Mt 20, 1-16
La vigna è un luogo per la coltivazione delle virtù: gentilezza, castità, pazienza ed innumerevoli altre qualità; gli operai, che sono chiamati al lavoro ad ore differenti del giorno – all’alba, all’ora terza, alla sesta, alla nona e all’undicesima – sono coloro che si sono uniti alla Chiesa in età differenti avendo vissuto con giustizia. Con la parola “giorno” Gesù indica l’età intera durante la quale Egli richiama, in momenti differenti, a partire dalla trasgressione di Adamo, i giusti al loro pio lavoro, definendo la ricompensa a loro dovuta secondo le azioni che hanno compiuto. Dio uscì all’alba e chiamò Adamo e quelli che erano con lui; alla terza ora chiamò Noè e quelli con lui; alla sesta Abramo; alla nona Mosè e David. All’undicesima ora Egli chiamò i Gentili e giustamente il Signore dà a tutti “il proprio denaro” cioè la grazia dello Spirito. Nessuno deve lamentarsi della generosità di Dio nel consentire a coloro che hanno lavorato di meno di entrare nel Regno celeste, Dio non è meno buono, poiché noi, nella nostra visione distorta, pensiamo di essere stati trattati ingiustamente, il Paradiso non ammette gelosia né invidia. Come un operaio non viene impiegato solo perché abbia la possibilità di sfamarsi, così noi siamo stati chiamati da Cristo non solo per fare ciò che va a nostro personale vantaggio, ma anche per fare quanto concerne la gloria di Dio. Nel giorni del Giudizio finale, il Giudice divino separerà dai ranghi degli umili coloro che adesso si esaltano come capri, sulle corna del loro orgoglio.
(S.Giovanni Crisostomo, S.Cirillo di Alessandria, S.Gregorio Magno).
Oggi festeggiamo la Madonna della Mercede
La festa della Madonna della Mercede o Redenzione degli schiavi propria, dapprima, dell’Ordine della Mercede, fu poi estesa dal Papa Innocenzo XII (1691-1700) a tutta la Chiesa. Oggi questa Festa non compare più nel calendario liturgico con facoltà, però, di celebrarne la Messa come votiva in onore della Madonna. Le vicende che portarono all’istituzione di tale Festa e dell’Ordine dei Mercedari è particolarmente interessante.
Nella storia delle deportazioni un capitolo tristissimo e purtroppo non ultimo è quello riferito alle scorrerie dei Saraceni lungo le coste italiane e spagnole per il saccheggio e la cattura di uomini e donne, tradotti a forza sulla sponda africana per esservi venduti come schiavi e poi restituiti ai parenti dietro una forte somma per il riscatto. In questa calamità si inserisce a sua volta un capitolo di esaltante carità e di devozione mariana. A Barcellona, nella notte tra il primo e il due agosto 1218, la Madonna apparve al ventinovenne Pietro Nolasco, per invitarlo a fondare un Ordine religioso con lo scopo principale del riscatto dei prigionieri.
Pietro Nolasco, nato nella regione francese della Linguadoca verso il 1189, da nobile famiglia, rimasto privo di padre a quindici anni, si pose al seguito di Simone di Montfort nella crociata contro gli Albigesi; nello scontro con i bellicosi eretici cadde il Re d’Aragona, Pietro II, il cui primogenito ed erede al trono, Giacomo, contava appena sei anni. Pietro Nolasco ebbe il compito di maestro e di tutore del futuro Re d’Aragona, al quale impartì un’educazione religiosa improntata a una filiale devozione mariana. Fu in questo periodo che Pietro Nolasco, già impegnato con tutti i propri mezzi al riscatto dei cristiani, caduti nelle mani dei “Mori”, ebbe la visione della Vergine. Nacque così l’Ordine cavalleresco e religioso dei Mercedari, così detti perché particolarmente devoti della Madonna, che onorano sotto il titolo di S.Maria della Misericordia (una pala d’altare con questo titolo – Madonna della Misericordia – si trovava sull’altare della nostra chiesa al posto dell’attuale quadro), o della Mercede degli schiavi. La loro regola, redatta sotto la guida di S.Raimondo di Penafort, li vincola con un quarto voto a offrirsi come schiavi dei Musulmani, qualora sia necessario per liberare un Cristiano in pericolo di apostasia. Dei 26.000 prigionieri liberati dai Mercedari nel loro primo secolo di vita, ben 890 furono riscattati e ricondotti in patria da S.Pietro Nolasco. Ma egli non si limitava a contrattare con i Mori il prezzo del riscatto. Al ben più duro prezzo di patimenti, torture, prigionie, Pietro Nolasco predicava il Vangelo agli infedeli, mettendo in grave pericolo la propria vita.
Morì nel giorno di Natale del 1258, mormorando le parole del Salmo:”Il Signore ha redento il Suo popolo”. La prima immagine della Madonna che toccò il suolo americano fu quella della Vergine della Mercede, fatta dipingere dalla Regina Isabella la Cattolica e donata ai Mercedari che si recavano in missione a Santo Domingo.
Le attuali condizioni sociali non mutano il valore e l’importanza di quest’Ordine e del suo scopo poiché vi è una schiavitù terribile in cui tutti e sempre possiamo incappare che è quella del peccato per la cui liberazione, ottenutaci dal Sacrificio di Cristo sulla Croce, imploriamo sempre fiduciosi l’intercessione potente della Beatissima Vergine Maria, dei Santi e di tutti i nostri fratelli nella Fede.
Martedì prossimo, 26 settembre, festeggeremo i santi medici Cosma e Damiano martiri
Impariamo a conoscere e ad amare i Santi
Cosma e Damiano subirono il martirio a Ciro (Kyros, in Siria) probabilmente durante la persecuzione di Diocleziano agli inizi del IV sec. La data del 27 settembre giorno della loro festa liturgica, trasportata con la riforma del calendario liturgico al 26, corrisponde verosimilmente alla dedicazione della basilica che Papa Felice IV (526-530) fece erigere in loro onore nel Foro romano, ed è tuttora meta oltre che di pellegrini, di cultori d’arte per lo splendido mosaico che ne decora l’abside. La ricca e splendida famiglia fiorentina dei Medici, che per molti anni ha retto le sorti dell’operosa città, li scelse entrambi come patroni a motivo del nome, anche se nell’onomastica preferirono il primo dei due fratelli, Cosma o Cosimo. Dalle antiche testimonianze che risalgono al V sec. apprendiamo che i due fratelli cacciavano “tutte le infermitadi, non solamente da gli uomini, ma eziandio da le bestie, facendo tutto in dono”. Per questo motivo sono anche conosciuti con il termine greco di “anargiri”.
Non per le loro prestazioni gratuite, ma per la loro professione vennero scelti come patroni dei medici e dei farmacisti. Sempre secondo queste antiche testimonianze, Damiano, contravvenendo alla regola di carità, accetta la remunerazione di una donna da lui curata, di nome Palladia, e ciò provocò un severo rimprovero da parte del fratello che disse di non voler essere sepolto accanto a lui dopo la morte. Ci dovettero essere dei testimoni poiché dopo la loro decapitazione i cristiani pensarono di seppellire i loro due corpi alquanto lontani uno dall’altro. Ma un cammello, assumendo voce umana, gridò a gran voce di riunire i due fratelli, poiché Damiano, accettando il modesto onorario di Palladia, l’aveva fatto in nome della carità per non umiliare la donna.
Il prodigio non dovette stupire i presenti che avevano assistito al martirio dei due fratelli condannati alla lapidazione, le pietre rimbalzavano contro i persecutori; posti al muro per essere saettati da quattro cavalieri, anche i dardi “tornavano adrieto e fedierme molti, ma a Santi non facevano male veruno”. Si dovette ricorrere alla spada per la decapitazione, “onore” riservato ai cittadini romani, e soltanto così i due martiri, insieme ad altri tre fratelli poterono rendere la loro testimonianza a Cristo.
Il 29 settembre p.v. festeggeremo i Santi Arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele.
Il nuovo calendario ha riunito in una sola celebrazione i tre Arcangeli, Michele, Gabriele e Raffaele la cui festa cadeva rispettivamente il 29 settembre, il 24 marzo ed il 24 ottobre. Dell’esistenza di questi Angeli parla esplicitamente la Sacra Scrittura, che dà loro un nome e ne determina la funzione.
S.Michele, l’antico patrono della Sinagoga è ora patrono della Chiesa Universale; S.Gabriele è l’Angelo dell’Incarnazione e probabilmente dell’Agonia nel Giardino degli Ulivi; S.Raffaele è la guida dei viandanti.
S.Michele in particolare ebbe un culto fin dai primi secoli di storia del Cristianesimo. L’Imperatore Costantino gli eresse un santuario sulle rive del Bosforo, in terra europea, mentre Giustiniano glielo eresse sulla sponda opposta. La data del 29 settembre corrisponde a quella della consacrazione della chiesa dedicata nel V secolo a S.Michele al settimo miglio della via Salaria.
La festività si diffuse presto in Occidente e in Oriente. A Roma gli venne dedicato il celebre mausoleo di Adriano, conosciuto ormai col nome di Castel S. Angelo. A S.Michele è dedicato l’antico santuario, sorto nel VI sec, che dal monte Gargano, nelle Puglie, domina il mare Adriatico. All’altezza di questa chiesa l’8 maggio 663 i Longobardi riportarono vittoria nello scontro navale con la flotta saracena e la ricorrenza della vittoria, attribuita ad un’apparizione dell’Arcangelo, diede origine a una seconda festa, unificata poi al 29 settembre.
S.Gabriele “colui che sta al cospetto di Dio” (è il suo” biglietto di presentazione” quando si reca ad annunciare a Maria la sua scelta come madre del Redentore), è l’annunciatore per eccellenza delle divine rivelazioni. E’ lui che spiega al profeta Daniele come avverrà la piena restaurazione, dal ritorno dall’esilio all’avvento del Messìa. A lui è affidato l’incarico di annunciare la nascita del precursore, Giovanni, figlio di Zaccaria e di Elisabetta. La missione più alta che mai sia affidata a creatura è ancora sua: l’annuncio dell’Incarnazione del Figlio di Dio. Egli gode per questo di una particolare venerazione anche presso i Maomettani.
S.Raffaele, nominato in un solo libro della Scrittura, è l’accompagnatore del giovane Tobia, e per questo suo compito viene invocato come guida di quanti si pongono in viaggio. Egli ha suggerito al giovane protetto la ricetta per guarire il padre dalla cecità, perciò è invocato anche come guaritore (etimologicamente il suo nome significa infatti “Dio ha guarito”). La sua festa al 24 ottobre era entrata nel Calendario Romano soltanto nel 1921.
Ricordiamo per l’entrante settimana:
Domenica 24 settembre: ore 18.30 S.Rosario, breve catechesi e Benedizione Eucaristica
Martedì 26 settembre: Festa dei Santi Cosma e Damiano martiri
Ore 09.00 S.Messa d’orario con cantici
Mercoledì 27 settembre: Inizio del Triduo di preparazione alla Solennità della Madonna del
Rosario nostra celeste Patrona.
Ore 09.00 S.Messa d’orario con cantici. Al termine recita delle preghiere
composte dal B. Bartolo Longo alla B.V.del Rosario e canto del
“Salve Regina”
Giovedì 28 settembre: II^ giorno del Triduo di preparazione alla Solennità della Madonna del
Rosario nostra celeste Patrona
Ore 09.00 S.Messa d’orario con cantici. Al termine recita delle preghiere
composte dal B.Bartolo Longo alla B.V. del Rosario e canto del
“Salve Regina”
Venerdì 29 settembre: III^ giorno del Triduo di preparazione alla Solennità della Madonna del
Rosario nostra celeste Patrona
Festa dei SS.Arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele
Ore 09.00 S.Messa d’orario con cantici. Al termine recita delle preghiere
composte dal B.Bartolo Longo alla B.V del Rosario e canto del
“Salve Regina”
Ore 18.30 S.Messa in latino in onore di S.Michele organizzata dal Gruppo
Mikhaeliti del SS.Sacramento
Sabato 30 settembre : Ore 18.00 Vesperi solenni di apertura della Festa Patronale celebrati da
Mons. Marco Agostini cerimoniere pontificio
(E’ presente la nostra Cappella Musicale diretta dal M°Cav. Elìa Macrì che
eseguirà i salmi in falsobordone “alla francese”)
Ore 19.00 S.Messa d’orario in latino.
OGGI la S.Messa in italiano delle ore 17.30 e SOSPESA
Anticipiamo:
Domenica 1° ottobre: Festa esterna della Solennità della B.V. del Rosario nostra celeste Patrona
Ore 09.00 S.Messa d’orario
Ore 10.30 S.Messa solenne in latino celebrata da Mons. Marco Agostini
cerimoniere pontificio, alla presenza di S.Ecc. Rev.ma Mons.
Giampaolo Crepaldi Arcivescovo-Vescovo di Trieste che terrà
l’omelia ed impartirà la Benedizione Apostolica a cui è annessa
l’Indulgenza Plenaria. (E’ presente la nostra Cappella Musicale
diretta dal M° Cav. Elìa Macrì che eseguirà la “Missa in honorem
S.Nicolai” (Nikolaimesse) di F.J. Haydn (1732-1809 ) ed inoltre
l’”Exultate jubilate”, il “Sancta Maria” ed il “Laudate Dominum”
di W.A.Mozart (1756-1791) ed inoltre l’”Ecce Sacerdos” di
A.Bruckner(1824-1896)
Solisti: Ingrid Iellenz – Adriana Tomisic : soprano
Fabiana Polli: contralto
Raffaele Prestinenzi: tenore
Hao Wang: basso
Ore 12.00 Supplica alla Madonna di Pompei
Ore 17.30 S.Messa d’orario
Ore 18.30 Processione con la statua della Madonna per le vie della nostra parrocchia.
Al rientro solenne Benedizione Eucaristica
Al temine bacio della Reliquia della B.V. Maria
Al termine delle SS.Messe saranno benedette le rose in onore della Madonna del Rosario.
Augurando a tutti una proficua Festa Patronale Vi saluto e vi benedico paternamente
Don Stefano Canonico