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Domenica XII del tempo ordinario

16/6/2016

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DOMENICA XII DEL TEMPO ORDINARIO
(SECONDO IL RITO ROMANO ANTICO: V DOPO PENTECOSTE, Mt 5,20-24)
19 GIUGNO 2016

Vangelo: Lc 9,18-24

Pietro è il primo discepolo, infatti è il primo uomo nel Vangelo a professare che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio. Il Signore sta obbligando i Suoi discepoli ad esaminare le dicerie che circolavano tra le folle e la luce alla fine scende su Pietro che comprende che Gesù è il più grande di tutti i Profeti perché è il Cristo di Dio, il Salvatore di tutti e lo professa con determinazione. Confessare Gesù come il Cristo è confessare la fede, è affermare che Gesù è Dio, l’Incarnato, il Crocifisso ed il Risorto. E’ il grande miracolo della moltiplicazione dei pani a suscitare in Pietro l’affermazione che Gesù è il Figlio di Dio. I discepoli devono tenere segreto il fatto che il Messìa debba soffrire, morire e poi risorgere a causa dello scandalo della Passione, è solo dopo la Sua Risurrezione che dovranno proclamarne la Passione e la Risurrezione come comandano le sue ultime parole ai discepoli. Lo scandalo della Croce è menzionato per la prima volta in connessione con la sequela di Gesù da parte dei discepoli. La Croce abbraccia l’intera Passione di Gesù per noi e portarla significa essere pronti a morire per Cristo anche se le abitudini della vita portano i maggiori ostacoli a farlo. Questa è la condizione di coloro che sono stati battezzati nella morte e nella risurrezione di Cristo, per i santi quello che si dimostra duro e difficile non è da temere, ma se ne deve fare esperienza come di una gioia. I piaceri e le ricchezze cadono, ma la giustizia ci libera dalla morte. Uno che cerca di salvare la sua vita ora, poiché ama il mondo, la perderà eternamente perché mostrerà di essersi vergognato del Figlio dell’Uomo; uno che perde la sua vita ora la salverà eternamente perchè il Figlio dell’Uomo non si vergognerà di lui quando verrà nella gloria. Benedizioni e ricompense aspettano coloro che non si sono vergognati di Gesù e delle Sue parole.
(S.Cirillo di Alessandria, S.Ambrogio, S. Girolamo, S.Basilio di Cesarea).

I Santi sono coloro che hanno vissuto intimamente il mistero della Passione salvifica di Cristo Signore, coloro che hanno abbracciato la Croce con tutte le sue implicazioni. E proprio questa settimana, precisamente venerdì 24, venereremo uno dei “colossi” della Fede, S.Giovanni Battista.

Impariamo a conoscere i Santi

Giovanni, detto il “Battezzatore” (Battista), è figlio di Zaccaria e di Elisabetta, entrambi di stirpe sacerdotale. Sappiamo, dalle parole dell’angelo Gabriele, che Giovanni (il cui nome significa “Dio è propizio”) è concesso ai due coniugi in età avanzata. Già vaticinato nella S.Scrittura come precursore del Messìa, Giovanni incarna il carattere forte di Elìa. La sua missione infatti rassomiglierà “nello spirito e nella potenza” a quella del profeta Elìa, inviato a preparare “un popolo perfetto” per l’avvento del Messìa. Il nascituro avverte la presenza di Gesù “sobbalzando di gioia” nel seno materno in occasione della visita di Maria alla cugina Elisabetta. Inviato da Dio a “raddrizzare le vie del Signore”, fu santificato dalla grazia divina prima ancora che i suoi occhi si aprissero alla luce. “Ecco – dice Elisabetta – a Maria – appena la voce del tuo saluto ha colpito i miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio seno”. Secondo la cronologia suggerita dall’angelo Gabriele (“questo è il sesto mese per Elisabetta”), la nascita del Precursore, come viene anche chiamato S.Giovanni Battista, è stata fissata dalla Chiesa latina tre mesi dopo l’annunciazione e sei mesi prima del Natale. La celebrazione della Natività del Battista è, con quella della nascita di Gesù e di Maria, la sola festività liturgica che la chiesa dedica alla nascita di un Santo. S.Giovanni Battista,


scelto a patrono da ben sessantasei città e paesi italiani, è il primo Santo venerato nella chiesa universale con una festa liturgica particolare, in data antichissima. Già S.Agostino (354-430) ci dice che il Santo era commemorato il 24 Giugno nella Chiesa africana.
Oggi in Roma era giorno politurgico, poiché delle quattro Messe in onore del Battista recensite nel Sacramentario Leoniano (VI-VII sec.) (per “Sacramentario” si intende una raccolta antichissima di formulari di Messe), la terza reca appunto il titolo: “Ad fontem”. E’ segno dunque che le altre erano celebrate nella grande basilica del Salvatore (S.Giovanni in Laterano) ed in qualche altro santuario urbano intitolato a S.Giovanni – papa Simmaco (498-514) ne aveva eretto uno anche presso il battistero Vaticano – e che solo la terza Messa era offerta nell’oratorio Lateranense costruito da papa Ilaro (461-468) “Ad fontem”. Di questa primitiva ricchezza della liturgia romana, il Sacramentario Gregoriano (VII sec.) conserva una traccia. Oltre la Messa notturna, vi sono le collette (Colletta: la prima delle preghiere della S.Messa) tanto “in prima Missa”, che per una seconda , verosimilmente la stazionale,celebratenell’aula del Salvatore.
Anche ai Vesperi ricorre lo stesso ordinamento. Dopo l’Ufficio compiuto nella grande basilica Lateranense il Clero s’incamminava processionalmente a celebrare come il giorno di Pasqua, uno più breve “ad fontes”, di cui il Gregoriano ci conserva la colletta finale. Nessuno si meraviglierà di questa magnificenza dell’antica devozione verso il Battista, quando si rifletta sul ruolo eminente avuto da S.Giovanni nella storia della salvezza come già abbiamo sottolineato. La sua “bolla di canonizzazione” la si trova nello splendido elogio che di lui fece lo stesso Cristo Gesù quando lo indicò alle folle come il più grande tra tutti i profeti e nati da donna, il nuovo Elìa, la lucerna ardente e splendente. Altrettanto antica è la celebrazione della vigilia del Santo, conosciuta già nel Sacramentario Leoniano, soppressa soltanto dal nuovo calendario liturgico.
La melodia dell’antifona all’”Introito” (inizio) della Messa della Vigilia di S.Giovanni è uno dei più squisiti pezzi dell’arte gregoriana, come in genere il canto di quasi tutte le Messe vigiliari, a preferenza delle stesse Messe delle solennità e questo perché, per gli antichi, il Sacrificio solenne al termine della Vigilia notturna era precisamente la Messa festiva dove tutti convenivano. In origine, infatti, era l’unica Messa che si celebrava nei giorni di grande solennità.
Il suo culto ovunque diffuso è caratterizzato, in giugno, dalle ritualità tipiche delle feste del solstizio, quali l’accensione di fuochi e danze e corse intorno e sopra ad essi, che celebravano insieme al Santo che segnò il passaggio dall’Antica alla Nuova Alleanza, dalla promessa alla pienezza dei tempi, il passaggio dalle promesse primaverili di frutti e vita alla pienezza estiva dei raccolti: la sua vigilia veniva quindi celebrata con fuochi e balli, e si restava nei campi per bagnarsi con la rugiada, chiaro richiamo all’acqua battesimale, fatto che costituiva un ottimo auspicio. La simbologia del fuoco è vastissima citiamo ad esempio quella della purificazione perché esternamente attinente a questa Festa: basti ricordare gli incendi dei campi per eliminare le stoppie e gli arbusti così da preparare un terreno fertile che produrrà natura viva e rigogliosa. Ciò logicamente richiama alla mente la penitenza, tanto vissuta e praticata dal Battista, attraverso la quale veniamo ad eliminare da noi, bruciamo le opere morte del Maligno che ci degradano, che ci rendono spiritualmente sterili per divenire invece terreno fertile, accogliente dove la Grazia celeste può attecchire facilmente ed operare meraviglie come appunto nei Santi.
La “Legenda aurea” (antica raccolta di narrazioni della vita dei Santi) riporta i suoi nove speciali privilegi:
1) la sua nascita fu annunziata dallo stesso angelo che portò l’annuncio a Maria
2) esultò nel seno materno all’incontro con Gesù
3) la prima a prenderlo in braccio alla nascita fu Maria
4) restituì al padre la parola
5) istituì il Battesimo
6) annunziò la missione di Gesù
7) Lo battezzò
8) Fu da Lui lodato
9) Annunciò a quanti erano nel Limbo la Sua imminente venuta
Il Suo patronato di cantori e musicisti deriva dal fatto che il monaco Guido d’Arezzo (999ca-1050) definì i nomi delle note prendendoli dalle sillabe iniziali dell’inno dei Vesperi in suo onore composto da Paolo Diacono (dopo il 720-ca799) monaco cassinese nativo di C ividale del Friuli.


“UT queant laxis/ REsonare fibris/ MIra gestorum/ FAmuli tuorum/ SOLve polluti/ LAbii reatum,/ Sancte Ioannes”.
La nota “si” è composta da S (Sancte) e I (Ioannes). Questo dice la prima strofa dell’inno suddetto: “Perché i devoti possano cantare con tutta lena le tue mirabili gesta, togli la colpa che contamina il labbro, o S.Giovanni”. Ricordiamo che UT fu sostituito da DO in Italia nel XVII secolo.
Nella storia della Redenzione, dunque il Battista è tra le personalità più singolari: è l’ultimo profeta ed il primo apostolo in quanto precede il Messìa e gli rende testimonianza. E’ più che un profeta – disse ancora Gesù – Egli è colui del quale sta scritto: Ecco io mando il mio messaggero davanti a te per preparare la tua via dinanzi a te”. Fustigatore dell’ipocrisia e del malcostume, pagò col martirio il rigore morale che egli non solo predicava, ma metteva in pratica, senza cedimenti anche di fronte alla minaccia di morte. Il 29 agosto la Chiesa ricorda con una seconda celebrazione liturgica il martirio del Battista, prototipo del monaco e del missionario.


Ricordiamo per l’entrante settimana:

Domenica 19 giugno: ore 18.30 recita della Coroncina del S.Cuore, breve catechesi, canto delle
Litanie del S.Cuore, Benedizione Eucaristica
Venerdì 24 giugno: Solennità di S.Giovanni Battista (non è festa di precetto)
​​​Ore 09.00 S.Messa cantata in latino

Si ricorda che le offerte raccolte domenica prossima saranno devolute per la Carità del Papa, il cosidetto “Obolo di S.Pietro”



SalutandoVi, benedico tutti paternamente

Don Stefano Canonico


































NOTE:
​​​
- Il Parroco è a disposizione dei Fedeli dopo ogni S.Messa o per appuntamento
- L’Ufficio parrocchiale è aperto ogni mercoledì non festivo dalle ore 9.30 alle ore 12.00

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