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Domenica II di Avvento

4/12/2016

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DOMENICA II DI AVVENTO
(SECONDO IL RITO ROMANO ANTICO: VANGELO Mt 11,2-10)
4 DICEMBRE 2016


Vangelo: Mt 3,1-12

Sia i Profeti che Giovanni segnarono il cammino e prepararono la venuta di Cristo prima che si compisse: Giovanni non offrì il dono della remissione dei peccati perché questo doveva ancora giungere ma anticipatamente purificò le anime di coloro che dovevano accogliere il Dio dell’universo.
Così dentro ciascuno di noi la via alla castità, alla fede e alla santità deve essere lastricata dal pentimento. Giovanni era una voce dal deserto, distinta dalla Parola promessa che ancora doveva venire; predicò che i peccati compiuti contro la legge di Dio possono essere purificati con il pentimento. La veste di Giovanni fatta di peli di cammello, è presa a simbolo dell’opera rigorosa del pentimento evangelico non solo tra i Giudei ma anche fra le genti per le quali egli indossò la pelle di un animale impuro. Giovanni non inseguì piaceri mondani, non ricercò neppure costumi sfarzosi e cibi grassi, il suo alimento erano locuste – cibo di penitenza – unito al miele dolce frutto di misericordia per temperare l’amarezza del pentimento. Giovanni si cibava di miele, cibo che non era ottenuto con la fatica ma era un dono frutto della misericordia e del lavoro altrui. Una cintura intorno alla vita nell’adempimento dei nostri compiti, con essa egli simbolicamente costringeva i suoi organi della riproduzione al pentimento allo stesso modo in cui preparava la sua anima alla purezza.
La venuta di un Profeta, dopo un intervallo di tempo così lungo, accrebbe lo stupore di Israele ed è perciò che le folle accorsero a lui come ad un uomo inviato da Dio. La confessione di per sé è povera uno non crede veramente nel Giudizio ultimo..
Anche i farisei vennero per essere battezzati da Giovanni ma non ascoltarono con il cuore di credenti la sua predicazione e a motivo dei loro inganni furono chiamati “razza di vipere”, giacchèfacendo la volontà del diavolo, che dal principio era chiamato serpente, rendevano se stessi figli del diavolo. Le vipere sono attraenti esternamente ma internamente sono piene di veleno.Coloroche rimangono fedelmente in Abramo rappresentano la sua progenie nella fede, coloro invece che abbandonano la loro fede appartengono alla discendenza del diavolo. Non dovete inorgoglirvi nel dire che Abramo è vostro padre, piuttosto dovete vergognarvi se siete suoi figli ma non avete ancora ereditato la sua santità, Dio, che creò ogni cosa dal nulla può generare un popolo dalle dure pietre, non siamo figli di Abramo perché possediamo la carne e lo spirito ma in quanto partecipiamo della sua virtù. Benchè la scure sia così vicina alla radice degli alberi, Giovanni sembra voler dire che sta a te evitare che il colpo venga vibrato, se ti penti questa scure sarà posta dove non potrà arrecare alcun danno. Il mondo passato è al suo termine mentre il mondo futuro si sta ora avvicinando. Il taglio e l’incendio degli alberi vogliono significare la distruzione dell’infedeltà sterile che si sta preparando al fuoco del Giudizio finale.
Giovanni lasciò agli Apostoli la gloria di divulgare la parola di Dio; i sandali qui prefigurano i passi della predicazione evangelica. Egli non parla più di una scure, né di un albero tagliato che si getta nel fuoco a bruciare, né della collera che incombe: parla della remissione dei peccati; il frutto maturo dei fedeli sarà posto nei granai, ma la perla dell’infeconda vanità umana sarà gettata nel fuoco del giudizio. Il fuoco è l’ergia vivificante dello Spirito, esso da una parte è efficace al germoglio e alla maturazione dei frutti, dall’altra è utile per distruggere e consumare. Come il fuoco ha il potere di agire su tutti gli altri elementi, così l’Onnipotente ha l’autorità di sottomettere tutti gli idoli, le leggi e i poteri di questo mondo. L’aia è la Chiesa, il granaio è il Regno dei Cieli e il campo è questo mondo.


Perciò, come il capofamiglia manda i suoi mietitori a tagliaregli steli nel campo e li raccoglie poi nell’aia perché possa reciderli e separare il grano dalla pula, così il Signore invia i Suoi Apostoli e maestri come mietitori.
(S. Giovanni Crisostomo, S.Cromazio d’Aquileia, S.PietroCrisologo, Teodoro di Mopsuestia, S.Massimo di Torino, Origene,S.Ilario di Poitiers, S.Girolamo, Teodoro di Eraclea, S.Cirillo di Alessandria)



Il 6 dicembre p.v. ricorre la Festa di S.Nicola, Vescovo.

Impariamo a conoscere e ad amare i Santi:

Di S.Nicola, vescovo di Mira (Licia) nel IV secolo, abbiamo un gran numero di notizie.
Il suo culto si è diffuso in Europa quando le sue reliquie, trafugate da Mira da 62 soldati baresi, e portate in salvo sottraendole alla profanazione degli invasori Turchi, vennero collocate con grande onore nella Cattedrale di Bari, il 9 maggio 1087. Le reliquie erano state precedute dalla fama del grande taumaturgo e da colorite narrazioni. In una sua antica biografia si afferma che nacque da ricche e sante persone e che la prima volta che fu lavato rimase dritto in piedi. Bimbo di eccellente fibra fu subito incline all’ascesi poiché il mercoledì e il venerdì rifiutava il latte materno. Divenuto più grande evitò energicamente ogni dissolutezza e vanità e frequentava con assiduità la chiesa.
Elevato alla dignità episcopale per soprannaturale ispirazione dei Vescovi riuniti in Concilio, il santo Pastore ebbe cura del suo gregge distinguendosi soprattutto per la sua generosa carità. Avendo saputo che un suo vicino, divenuto estremamente povero, voleva far prostituire tre sue figlie ancora vergini per procurarsi del cibo per sé e per le figlie, S.Nicola, perché fosse evitato questo impietoso lenocinio passando notte tempo davanti alla casa di quel poveretto, per tre notti vi gettò una borsa di monete d’oro o, secondo alcune variazioni tre sfere d’oro, e così le tre figliole, con la dote ebbero anche un buon marito. Il suo patrocinio sui ragazzi e bambini è dovuto al fatto che il Santo Vescovo risuscitò tre fanciulli uccisi da un macellaio per farne tenere fettine. Invocato da alcuni marinai durante
una furiosa tempesta in mare, egli comparve loro e l’uragano s’acquietò all’istante. Con i marinai, infatti aveva un conto aperto: durante una carestia aveva ottenuto da una nave frumentaria una buona porzione di grano per i suoi fedeli; poi, al controllo degli esattori, si riscontrò che il carico era completo. La sua popolarità è attestata, tra l’altro, dal fatto che nel Medioevo drammi e giochi ebbero a protagonista il Santo Taumaturgo.



Giovedì prossimo 8 dicembre, invece, festeggeremo con grande affetto la Solennità dell’Immacolata Concezione di Maria Santissima (è festa di precetto)

Questa festa trae la sua origine dai monaci d’Oriente (VIII sec), quindi sempre per opera di monaci passò, attraverso l’Italia meridionale, prima in Normandia ed Inghilterra e poi in tutto l’Occidente. In origine si celebrò una Festa della Concezione della Vergine Maria, e solo nel corso dei secoli se ne formò una festa dell’Immacolata Concezione, e precisamente sotto Paolo V (1605-1621), a propagare la quale ai Benedettini si adoperarono efficacemente i Francescani, i Cistercensi ed i Carmelitani. Sisto IV, con bolla del 27 febbraio del 1477 riconosceva ufficialmente la Festa e Clemente XI, nel 1708, l’estendeva a tutta la Chiesa. Finalmente il Beato Pio IX (1846-1878), raccogliendo, per così dire, quanto era stato seminato lungo il corso dei secoli, proclamò dogma di fede la dottrina che ritiene la Vergine essere stata preservata, per singolare privilegio e in virtù dei meriti di Cristo, fin dal primo istante del Suo concepimento, immune dal peccato originale, colpa che tutti i figli di Adamo contraggono al momento del loro concepimento.
Il dogma fu proclamato in Roma nella basilica di S.Pietro l’8 dicembre 1854.
Per quest’occasione verranno allestite le solenni luminarie con le quali si era soliti onorare la Madre di Dio, la piena di grazia, la splendida Aurora di luce.


Ricordiamo per l’entrante settimana:

Domenica 4 dicembre: Domenica II di Avvento
​​​ SS.Messe Ore 09.00 – 11.00 – 17.30
Ore 18.30 S.Rosario, breve catechesi, canto del “Missus”
​​​​ Al termine Novena dell’Immacolata
Mercoledì 7 dicembre: Ore 7.00 S.Messa d’orario. Al termine Novena dell’Immacolata
​​​ Ore 17.30 S.Messa d’orario in italiano (assolve il precetto festivo)
​​​ Ore 19.00 S.Messa solenne in latino della solennità dell’Immacolata
Concezione della B.V. Maria (assolve il precetto festivo)
E’ presente la nostra Cappella Corale diretta dal M° Cav. Elia Macrì che
eseguirà la “Missa Brevis” di Pier Luigi da Palestrina
Giovedì 8 dicembre: solennità dell’Immacolata Concezione della B.V.Maria (è festa di precetto)
​​​SS.Messe Ore 09.00 – 11.00 – 17.30
​​​Ore 18.30 Vesperi solenni



Prosegue, nei giorni feriali, la celebrazione delle “Messe dell’Aurora” alle ore 07.00 con la presenza di alcuni cantori della nostra Cappella Corale diretta dal M° Elia Macrì.

​
SalutandoVi con affetto paternamente Vi benedico

Don Stefano Canonico



NOTE:


- Il Parroco è a disposizione dei Fedeli dopo ogni S.Messa o per appuntamento
- L’Ufficio parrocchiale è aperto ogni mercoledì non festivo dalle ore 9.30 alle ore 12.00
Chi desidera comunicare Via E-Mail con il nostro Ufficio parrocchiale può digitare l’indirizzo:
beata.vergine.rosario@gmail.com
- Se desiderate conoscere la storia della nostra chiesa i nuovi libretti sono disponibili in sacrestia
- Sono disponibili, in sacrestia, il libro di papa Francesco “IL NOME DI DIO E’
MISERICORDIA” e “LUCE SUI MIEI PASSI” libro su mons. Antonio Dessanti
- GRAZIE a coloro che hanno già dato e continueranno a dare l’offerta mensile per la musica.
Chiunque può partecipare se desidera godere della musica e del canto della corale
Parrocchiale (siamo spiacenti non poter ringraziare gli offerenti di cui non
conosciamo l’ indirizzo – grazie da questo sito)

- Si fa presente che la nostra chiesa non riceve contributi da nessuno e quindi vive con le offerte
dei fedeli. Un grazie ai benefattori.
- Le offerte possono essere consegnate direttamente al parroco o a chi per lui presente in
sacrestia. Grazie
- Per eventuali bonifici o versamenti presso la FriulAdria Credit Agricole – via Mazzini 7 –
34121 Trieste: conto corrente 400855/12 – codice IBAN IT68I0533602207000040085512
- Chi è interessato a consultare il “Blog” della parrocchia, su internet può digitare l’indirizzo:
<>

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